giovedì 30 maggio 2013

Segreto inconfessabile

La tensione si poteva percepire come una nuvola di fumo nell'aria.
Si potevano udire i respiri pesanti ispirati ed espirati. Era il trenta maggio dell'anno 2051, la temperatura era piuttosto calda, doveva avvicinarsi ai 20°C. Il Sole aveva timidamente fatto capolino tra le nubi e i tiepidi raggi andavano a colpire la pelle di tutti gli ex componenti della "prima B linguistico", una classe del liceo "Daniele Manin". Il perchè si trovassero sul Torrazzo di Cremona era ancora un mistero; tutti avevano ricevuto uno strano biglietto, un invito forse, da parte di un anonimo targato con la lettera "A". 
La tensione era alle stelle. Anche se avevano affrontato ben cinque anni assieme, la classe si era sempre riconosciuta come "prima B", perchè era stato durante quell'anno che avevano legato di più l'uno con l'altro. Stranamente Fabiana non era ancora giunta al luogo del ritrovo per quello strano appuntamento. Giulia, per la prima volta da quando era arrivata, alzò gli occhi per scrutare i presenti. Il viso di molti era solcato da profonde rughe, ma, nonostante ciò, poteva ancora riconoscere in quei corpi ormai adulti i suoi vecchi compagni di classe. Probabilmente la persona il cui aspetto era rimasto più o meno invariato era Alessia Gandolfi: gli stessi capelli biondi di un tempo e gli stessi occhi azzurri che ti scrutavano con aria sincera. Il grande orologio battè dodici volte; tutti i presenti fissarono l'entrata, aspettando l'arrivo del famigerato "A", chiunque egli fosse. 
Improvvisamente un rumore di passi colmò il silenzio creato dai presenti. Qualcuno stava finendo di salire tutti i 502 scalini, e lo stava facendo piuttosto velocemente. Il cuore di tutte le persone cominciò a battere all'unisono. Immaginatevi la sorpresa della classe "prima B" quando si ritrovò di fronte il volto dell'ex bidello Antonio. Nessuno riuscì a parlare: la vecchiaia aveva colpito anche lui, ma l'unica cosa che permetteva di riconoscerlo era l'enorme quantitá di acqua di colonia che si spruzzava addosso ogni mattina. Guardò tutti loro, uno per uno. Poi iniziò a parlare: - Non voglio utilizzare troppi giri di parole; avete svolto la maturità nell'anno 2017. Siete usciti dalle scuole superiori con voti molto alti. Quello che non sapete, ma che io so, è che qualcuno di voi ha imbrogliato, ha copiato tutti i test uscendo con il massimo del punteggio. Se questa persona non si farà avanti adesso verrà punita e verrà annullata la sua prova.-
Tutti si guardarono l'un l'altro sbigottiti. In realtà solo un cuore batteva più velocemente degli altri. Alex cominciò a sudare e a respirare affannosamente: erano passati tanti anni, com'era possibile che lo avessero scoperto? Ma la veritá non doveva saltare fuori. All'improvviso Antonio si avvicinò a lui e lo scrutò con aria sospettosa: aveva notato il suo comportamento insolito. Cominciò a fargli domande, mettendolo alle strette. Alex si sentiva oppresso, come in gabbia. Temeva di incontrare quegli occhi pieni di odio che lo guardavano con aria di accusa. Sentì il cuore battere forte, sempre di più. 
[...] 
Alex si svegliò di colpo. Il suo corpo grondava di sudore, il respiro era pesante e doloroso. Ogni volta che inspirava gli sembrava di ricevere un calcio nel ventre. Guardò l'orologio digitale sul suo comodino; erano le 2:35 del mattino. Poi, cercando di ristabilizzare il respiro, si avvicinò alla finestra. La luna era alta nel cielo, ma non vi erano stelle. I lampioni per strada erano accesi, tranne uno che si spegneva e accendeva a intermittenza. Fuori un vento impetuoso stava spazzando qua e là le foglie, mentre gli alberi si inclinavano come carta sotto il peso dell'aria. Una persona stava camminando frettolosamente lungo il marciapiede, attirando l'attenzione di Alex, che si domandò dove potesse essere diretto a quell'ora. In lontananza si sentiva uno strano e tetro bubolare. Quel sogno era stato così irreale, ma paradossalmente vero; ad Alex era sembrato di viverlo davvero. 
Lo sguardo gli cadde sul foglio posizionato sulla scrivania. Nessuno avrebbe dovuto sapere che possedeva le soluzioni del test a tutti i costi. Sua madre stava attraversando un periodo difficile, e tutto ciò che voleva era vedere il figlio avere successo in campo scolastico. Ritornò a letto, tentando di riprendere sonno; la sua mente era a soqquadro. Si sentiva in colpa: da una parte i suoi valori gli facevano capire che ciò che stava per compiere era sbagliato, ma l'amore per la madre era più forte; si sentiva perso. 
Perché in fondo anche se si hanno i piedi a terra e la bussola salda in mano, ci sono tanti modi per perdersi

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