martedì 14 maggio 2013

Le notti di tempesta.


Era una notte buia e tempestosa;
la pioggia cadeva torrenziale - salvo occasionali intervalli in cui era trattenuta da violente raffiche di vento che ululavano feroci sfidando gli alberi a restare immobili al loro passare. Riuscivo a sentire il fruscio pesante degli alberi e lo straziante miagolio dei gatti che cercavano un riparo. Avevo appena finito di commentare un Picasso e ora mi stavo coricando sfiancata da una giornata di troppo lavoro.
Il grande specchio di camera mia rifletteva l'immagine di una ragazza autoritaria, indipendente, forte, una tigre. Eppure così vulnerabile. Le parole mi sfrecciavano vicino, e invece di evitarle, le raccoglievo tutte continuando a ferirmi. Ascoltavo il parere di ogni persona, davo a tutti una grandissima importanza. E loro sfruttavano questa mia sensibilità per distruggermi, anche se sono tuttora convinta che non fossero davvero consapevoli di questa cosa. In soli due anni la mia vita era cambiata drasticamente. La mia vita sociale, intendo. Ero stata completamente screditata, umiliata. Faceva così male. La gente rideva di me, mi giudicavano ancor prima di conoscermi. E non capivo perché. Avevo provato in tutti i modi ad affrontare questa situazione, sapevo bene a chi rivolgermi. Eppure non avevo mai avuto una vera motivazione di questo odio profondo nei miei confronti. 'Non fare la vittima' dicevano. Io non facevo la vittima. Io volevo una spiegazione seria, valida per cui delle persone potessero odiarmi così tanto. 'Sei brutta' rispondevano altri, come se loro possedessero l'innato dono della bellezza. Ma loro avevano qualcosa che attirava tutti quegli amici ipocriti: la falsità. Avevo capito solo dopo, con l'aiuto di un grande amico, che non finirò mai di ringraziare, che la verità fa male, e allontana le persone. Lo avevo provato sulla mia pelle, ed era vero. Tutti erano così abituati a sentirsi dire 'si certo, hai ragione' che quando qualcuno faceva loro capire che si sbagliavano, veniva isolato, per proteggere la credibilità. Ebbene, io quella notte decisi che avrei combattuto. A vita, se necessario. Promisi a me stessa che non avrei mai ripetuto i loro errori, che sarei stata sempre una persona libera, sincera, mai ipocrita. Ed ora è già passato un anno, e non ho mai infranto questa promessa. Mi sono aiutata con la musica, l'unico modo in cui so esprimere me stessa. Sono cresciuta e certe cose sono ancora piacevolmente dolorose. Ma non ho mai mollato. E nelle notti di tempesta, penso ancora a tutto ciò che ho passato. Penso a quelle persone che mi odiano, e ho compassione di loro.
Molte staranno già ridendo, alla fine di questo testo, ma alla fine della vita, assicuro a tutte che sarò io a ridere. 

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