la pioggia cadeva torrenziale - salvo occasionali intervalli in cui era trattenuta da violente raffiche di vento che facevano sbattere le finestre.
Non riuscivo a dormire, quel rumore di pioggia incessante mi metteva paura. Io non ho quasi mai paura, se non del buio, delle tempeste e delle persone false. Quella sera era terribile. Volevo anche far finta che non abbia litigato con i miei, che non sia andata male a scuola, ma quella pioggia mi faceva ritornare in mente queste cose. Una cosa bella che mi viene in mente quando c’è la pioggia, è il mio papà. Mi ricordo quando si alzava alle tre di notte per raccontarmi qualche storia. Anzi, in realtà ero io che andavo a svegliarlo. Mi ricordo che si sedeva sul letto, prendeva un libro, di solito la Sirenetta, e cominciava a leggerlo. Che bello! Che bei momenti! Mi mancano sinceramente. Adesso ripenso a tutte le volte che mi faceva compagnia, durante la notte. Anche se ora non c’è più nessuno che mi racconta favole, che mi protegge con un semplice abbraccio, da quel bellissimo frastuono che si sente fuori. Il mio papà era un eroe. Quell’uomo sapeva farci con le bambine. Quando stavo tra le sue braccia mi faceva sentire come una principessa al sicuro. Ho davvero bisogno di ritornare bambina, di andare dalle mie amiche dicendo che sono contentissima, perché tra poco vedrò il mio papà. Ora, invece, quando vedo le mie amiche dico “Sono contentissima perché tra poco andrò a bere una bottiglia”. Non mi piace per niente l’adolescenza. Preferivo l’infanzia, l’infanzia quella vissuta con accanto il mio eroe.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.