martedì 21 maggio 2013

RHYTON

Scritto da Camilla A.
Non capisco il motivo che ci ha spinto a trasferirci da Roma a Cremona.
Mio padre non me lo vuole dire, io non lo trovo giusto, ho il diritto a una spiegazione, sono sua figlia per tutti gli dei, faccio parte anche io della famiglia anche se sono solo una donna!
Beh, volente o nolente adesso mi trovo qui, in questa piccola città, ad assistere alla sepoltura del rhyton. Era un oggetto strano: un contenitore in terracotta invetrata con scolpita la testa di un antilope, simbolo della vista acuta della dea Minerva. Il nonno l'aveva fatto creare da un artigiano, a Roma, e l'aveva regalato a mio padre dopo la sua prima battaglia. Nella capitale, lo usava per le libagioni: un rito che consisteva nel riporre all'interno del rhyton il vino che poi veniva cosparso sull'altare come sacrificio agli dei. Oggi invece lo stava seppellendo nel centro della nuova domus: il luogo dove avrebbe preso vita il focolare. Era un atto propiziatorio, voleva allontanare il malocchio.
Durante la sepoltura non pensavo se gli dei avrebbero apprezzato o meno il gesto della mia famiglia, più che altro pensavo al fatto che magari nessuno l'avrebbe trovato, nessuno avrebbe mai immaginato le avventure di quell'oggetto, nessuno si sarebbe interessato alla storia della mia patria. Ma se quel "nessuno" giungerà, avrà tante cose da cercare e raccontare, e la storia della mia patria non avrà mai fine.

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