Giovedì trenta maggio avevamo
deciso, come classe, di fare un ultimo pranzo
prima della fine della scuola.
Avevamo pensato di fare un picnic in un parco vicino alle Colonie Padane. Era un giorno caldo ed eravamo stanchi dopo le cinque ore di scuola, ma eravamo felici e allegri lo stesso. Appena usciti da scuola ci dividemmo in gruppi: Rebecca, Livia, Lucrezia, Fabiana, Serena e Nicole sarebbero andate da un panettiere a comprare del pane; Federico, Vittoria, Federica, Carlo e Camilla avevano il compito di comprare le bevande; Filippo, Alessia, Elena, Giulia, Eleonora ed Eugenia sarebbero andati a comprare i biglietti per lì autobus. Io e Mathilde, invece, andammo a casa a prendere delle tovaglie e delle posate. Prima di venire a scuola Eugenia era andata in pasticceria a prenotare una torta a nome della classe 1°B linguistico e l’unico compito di Alex era quello di ritirarla. Ci ritrovammo dopo mezz’ora alla fermata dell’autobus vicino alla scuola; tutti avevano fatto bene il loro compito. Dopo aver preso l’autobus, una volta arrivati, ci incamminammo verso il parco nel quale avremmo dovuto mangiare. Non vedevo l’ora di sedermi, Federico, però esclamò improvvisamente: “E se andassimo sulla riva del Po a mangiare? Sugli “spiaggioni”?” Tutta la classe si mostrò entusiasta ed io mi arresi al fatto di dover camminare ancora. Arrivammo sugli “spiaggioni” che erano già le due del pomeriggio, il Sole era cocente e non c’era che poca ombra. Il posto era veramente bello: il fiume Po brillava sotto a luce del Sole e sembrava più limpido del solito. La sabbia era bollente, sembrava quasi di essere al mare. I miei compagni, intanto, stavano già preparando le tovaglie e i panini così corsi ad aiutarli. Mentre preparavamo il pranzo ridemmo pensando alla scuola, ai primi giorni e ai professori. Mathilde nel frattempo era impegnata a scattare fotografie con la sua nuova macchina fotografica. C’erano panini, salatini e focaccine in abbondanza : mangiammo fino a saziarci per poi sdraiarci sulla sabbia a riposarci e a prendere il sole con noi, ma andarono ad esplorare la boscaglia. Dopo circa un’oretta i ragazzi ci chiamarono dicendo che avevano trovato un posto bellissimo. Noi ragazze ci alzammo un po’ di malavoglia perché eravamo state interrotte durante la nostra “siesta”. Dopo aver camminato un poco arrivammo nel mezzo di un piccolo bosco. Gli alberi erano imponenti e le loro foglie erano verdi, l’erba era alta e selvaggia, spuntavano anche dei fiori variopinti dall’erba che rendevano l’atmosfera più piacevole. Nascosta fra i cespugli c’era una piccola barca di un azzurro sbiadito, si intravedevano a malapena delle lettere. Mi avvicinai per riuscire a leggere meglio, “Hispaniola” era il suo nome. I miei compagni avevano già perso l’interesse per la barca e mi chiamarono dicendomi: “Nathalie muoviti, è l’ora della torta !” Li raggiunsi già pregustando il sapore della meringata. Quella torta, non era un semplice dolce, era un simbolo: l’inaugurazione di cinque anni e di una grande amicizia che ci aveva legati fin dall’inizio. Ci sedemmo tutti in cerchio, eravamo tutti pronti per dare l’inizio al nostro piccolo rito. Stavamo aspettando Alex che era andato a prendere la torta la quale era di sua responsabilità. Tornò con la scatola della torta e un sorriso imbarazzato in faccia. Aprì la scatola ed ecco la torta o meglio ciò che ne rimaneva: era completamente sciolta. “Ho lasciato, per sbaglio la torta al Sole” provò a giustificarsi Alex. Eravamo un po’ tutti arrabbiati con lui, ma Federica era a dir poco infuriata. Scattò in piedi e Alex, che aveva capito cosa stava per succedere, iniziò a correre. Noi ci gustammo una scena, che anche se non dolce come una torta era molto divertente. Federica inseguì il povero Alex per tutto lo spiaggione. Si azzuffarono un poco rotolandosi sulla sabbia, ma poi tornarono. Livia e Lucrezia erano riuscite a trovare, fra gli avanzi, dei panini e li divisero in venticinque pezzi, uno per ciascuno. Mathilde ed io iniziammo il nostro breve discorso come rappresentanti e dopo aver finito mangiammo contemporaneamente i pezzi di pane, per festeggiare il nostro primo anno insieme che si era appena concluso
Avevamo pensato di fare un picnic in un parco vicino alle Colonie Padane. Era un giorno caldo ed eravamo stanchi dopo le cinque ore di scuola, ma eravamo felici e allegri lo stesso. Appena usciti da scuola ci dividemmo in gruppi: Rebecca, Livia, Lucrezia, Fabiana, Serena e Nicole sarebbero andate da un panettiere a comprare del pane; Federico, Vittoria, Federica, Carlo e Camilla avevano il compito di comprare le bevande; Filippo, Alessia, Elena, Giulia, Eleonora ed Eugenia sarebbero andati a comprare i biglietti per lì autobus. Io e Mathilde, invece, andammo a casa a prendere delle tovaglie e delle posate. Prima di venire a scuola Eugenia era andata in pasticceria a prenotare una torta a nome della classe 1°B linguistico e l’unico compito di Alex era quello di ritirarla. Ci ritrovammo dopo mezz’ora alla fermata dell’autobus vicino alla scuola; tutti avevano fatto bene il loro compito. Dopo aver preso l’autobus, una volta arrivati, ci incamminammo verso il parco nel quale avremmo dovuto mangiare. Non vedevo l’ora di sedermi, Federico, però esclamò improvvisamente: “E se andassimo sulla riva del Po a mangiare? Sugli “spiaggioni”?” Tutta la classe si mostrò entusiasta ed io mi arresi al fatto di dover camminare ancora. Arrivammo sugli “spiaggioni” che erano già le due del pomeriggio, il Sole era cocente e non c’era che poca ombra. Il posto era veramente bello: il fiume Po brillava sotto a luce del Sole e sembrava più limpido del solito. La sabbia era bollente, sembrava quasi di essere al mare. I miei compagni, intanto, stavano già preparando le tovaglie e i panini così corsi ad aiutarli. Mentre preparavamo il pranzo ridemmo pensando alla scuola, ai primi giorni e ai professori. Mathilde nel frattempo era impegnata a scattare fotografie con la sua nuova macchina fotografica. C’erano panini, salatini e focaccine in abbondanza : mangiammo fino a saziarci per poi sdraiarci sulla sabbia a riposarci e a prendere il sole con noi, ma andarono ad esplorare la boscaglia. Dopo circa un’oretta i ragazzi ci chiamarono dicendo che avevano trovato un posto bellissimo. Noi ragazze ci alzammo un po’ di malavoglia perché eravamo state interrotte durante la nostra “siesta”. Dopo aver camminato un poco arrivammo nel mezzo di un piccolo bosco. Gli alberi erano imponenti e le loro foglie erano verdi, l’erba era alta e selvaggia, spuntavano anche dei fiori variopinti dall’erba che rendevano l’atmosfera più piacevole. Nascosta fra i cespugli c’era una piccola barca di un azzurro sbiadito, si intravedevano a malapena delle lettere. Mi avvicinai per riuscire a leggere meglio, “Hispaniola” era il suo nome. I miei compagni avevano già perso l’interesse per la barca e mi chiamarono dicendomi: “Nathalie muoviti, è l’ora della torta !” Li raggiunsi già pregustando il sapore della meringata. Quella torta, non era un semplice dolce, era un simbolo: l’inaugurazione di cinque anni e di una grande amicizia che ci aveva legati fin dall’inizio. Ci sedemmo tutti in cerchio, eravamo tutti pronti per dare l’inizio al nostro piccolo rito. Stavamo aspettando Alex che era andato a prendere la torta la quale era di sua responsabilità. Tornò con la scatola della torta e un sorriso imbarazzato in faccia. Aprì la scatola ed ecco la torta o meglio ciò che ne rimaneva: era completamente sciolta. “Ho lasciato, per sbaglio la torta al Sole” provò a giustificarsi Alex. Eravamo un po’ tutti arrabbiati con lui, ma Federica era a dir poco infuriata. Scattò in piedi e Alex, che aveva capito cosa stava per succedere, iniziò a correre. Noi ci gustammo una scena, che anche se non dolce come una torta era molto divertente. Federica inseguì il povero Alex per tutto lo spiaggione. Si azzuffarono un poco rotolandosi sulla sabbia, ma poi tornarono. Livia e Lucrezia erano riuscite a trovare, fra gli avanzi, dei panini e li divisero in venticinque pezzi, uno per ciascuno. Mathilde ed io iniziammo il nostro breve discorso come rappresentanti e dopo aver finito mangiammo contemporaneamente i pezzi di pane, per festeggiare il nostro primo anno insieme che si era appena concluso
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