E io correvo, correvo e correvo.
Insomma, credo si sia capito quanto correvo. ...Tanto.
‘‘non ce la possiamo fare, è la terza volta che passiamo da questo corridoio.’’ disse.
Me n’ero accorto pure io, ed era un problema.
Erano ore ormai che giravamo in quella sottospecie di labirinto e ci pareva di passare più volte negli stessi lunghi e bui corridoi. Saremmo mai usciti da quel labirinto?
Straziati, decidemmo di fermarci un attimino, e intanto pensammo.
Fortuna che c’era Arianna, la quale pensò ad un astuto stratagemma.
Decise di rimanere ferma. Con un gomitolo di lana in mano, e io dovetti cercare l’uscita e il tesoro tenendo l’altra estremità del filo, così da poter tornare indietro nel caso trovassi il tesoro.
Così poco dopo mi avviai alla ricerca di questo misterioso tesoro d’oro, neanche io sapevo cosa di preciso, ma sapevo che era di un inestimabile valore.
Dopo aver corso per altre ore, finalmente giunsi in un altro lungo corridoio da cui potei intravedere un filo di luce, là infondo...
Più mi avvicinavo più la luce diventava più forte, sempre di più. Sempre di più.
Finii quasi per accecarmi un bagliore, alla fine di quel passaggio.
Mi aspettavo una montagna d’oro o una fontana di preziosi, ma niente.
L’uscita dava su un semplice giardino, senza montagne e fontane.
E di diamanti neanche l’ombra.
Cercai intorno per qualche minuto, invano.
Perché? Perché mio padre mi disse una bugia? O qualcun’altro prima di me aveva trovato il bottino?
Erano tanti i dubbi che mi affliggevano, quando decisi di tornare indietro.
Riavvolsi il gomitolo e ritornai indietro. All’inizio. Triste.
Mi incamminai solo verso la mia grande domus, in via Cadolini.
Quando aprii la porta rimasi due secondi nell’atrio, fissando il vuoto, con gli occhi rivolti verso il basso, ancora scioccato da quel ritrovamento... anzi, non ritrovamento.
Mi diressi verso la sala quando una strana sensazione mi fece tornare indietro, nell’atrio.
Riguardai il pavimento, abbellito con un mosaico risalente alla fine del primo secolo a.C. che ritraeva un labirinto. Quel giorno quel mosaico aveva qualcosa di diverso, era come dire, un po’ più brillante, più luminoso, così mi inginocchiai per esaminarlo meglio.
Scorsi dei diamanti al posto dei tasselli...
non riesco a mettere la foto, provo domani
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