Stavo lavorando all'ultimo pezzo di un ricco servizio di argenteria. Ero felice poiché il guadagno di quest'ultimo sarebbe stato decisamente molto consistente. Ero così assorto nei miei pensieri che non mi ero accorto della presenza di un grande uomo, in piedi proprio di fronte a me! Con un leggero spavento mormorai un 'buonasera' al quale non vi fu risposta se non con un lieve cenno della testa. Mi disse con voce baritonale che aveva bisogno di un grande esperto per soddisfare un'insolita richiesta. Sussurrava, come se non volesse farsi sentire. Gli feci notare che eravamo soli e ciò non era necessario, ma rispose che preferiva così, quindi non ribattei. Dopo un lungo discorso nel quale mi spiegava l'intero arredamento della sua domus, e al quale non prestai molta attenzione, mi chiese di realizzare un portalucerna che s'abbinasse a quell'ambiente e ne accrescesse il naturalismo. Risposi che non sarebbe stato un problema, e nel giro di una settimana l'avrebbe avuto. Sul suo volto si formò una smorfia, che non seppi interpretare. Non si trattenne altro tempo, si congedò, anzi, con molta fretta, negandomi ancora il suo saluto.
Appena se ne fu andato, finii il servizio di argenteria che avrei consegnato il giorno successivo e tornai a casa.
La mattina seguente, motivato dal bottino appena ricevuto, mi misi all'opera sfoderando tutto il mio ingegno e la mia creatività. Decisi che la soluzione migliore era realizzare un portalucerna che assomigliasse al ramo di un albero, o, più semplicemente, a una canna palustre. Dovetti provare svariate volte poiché il lavoro si stava mostrando più difficile del previsto. Entro pochi giorni però, riuscii a terminare la mia opera. L'uomo si fece vivo solo cinque giorni dopo per ritirarla. Il suo volto non fece trasparire alcun sentimento e si limitò ad osservare il portalucerna. Lo afferrò con fermezza e, dopo un fugace ringraziamento, se ne andò.
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