lunedì 6 maggio 2013

Com'é dura la vita, ma riserva sorprese...

Mi misi in bocca la quantità di pane che bastava per tre minuti di masticazione, poi ritrassi le mie facoltà di percezione sensoriale e mi ritirai nell'intimità della mia mente, mentre i miei occhi e il mio viso assumevano un'espressione vuota e preoccupata.

In quei giorni  continuavo a pensare, se con uno stipendio di poche sterline, sarei riuscito a tirare avanti. Lavoravo  presso una fabbrica di tessuti, vicino al Tamigi. Lavoravo  dodici ore al giorno, tornavo  a casa sfinito. Mi svegliavo  alle quattro del mattino e cominciavo  a lavorare alle cinque. Nella mia fabbrica, lavoravano  anche dei bambini!!! Invece, dovrebbero andare a scuola. Una mattina, salutai con gioia , il mio collega più giovane, Francesco. Era emigrato dall' Italia con la sua famiglia. Ogni giorno, prima di incominciare a lavorare, mi fissava con quegli occhi ciechi , perché non capiva ancora dove si trovava.

Un giorno gli chiesi:

"Perché lavori, nonostante la tua tenera età?"

"Lavoro perché i miei genitori sono anziani."

Quel ragazzo, lavorava per la sua famiglia e per la loro sopravvivenza, ed era l'unica zattera a cui riusciva ad aggrapparsi.

Qualche volta, Francesco, si perdeva in un bicchier d'acqua, si perdeva nel suo mondo, sbagliando l'intreccio della lana. In uno di questi momenti di "svago", arrivò il capo reparto che controllò se andava tutto bene. Quando si recò vicino alla postazione di Francesco, notò il tessuto cucito male. Il capo reparto, chiamò il direttore della fabbrica, per sapere se licenziare il ragazzo o meno. Dopo qualche minuto di riflessione, il direttore disse:"Ho deciso che sarai licenziato!!!"

"Ma signore, è la prima volta che sbaglio! Le prometto che non commetterò più errori del genere!"

"Mi dispiace, ma la mia decisione è irremovibile!!!"

Qui, decisi di intervenire, dicendo al capo che era stata tutta colpa mia. Almeno così, Francesco, sarebbe riuscito a salvare la sua famiglia. Presi le mie cose, e me ne tornai a casa, stanco ma felice, perché avevo compiuto un gesto davvero generoso. Negli anni di lavoro ero riuscito a mettere da parte un bel gruzzoletto.  Con i miei risparmi, riuscii a mantenermi per diverso tempo, nel frattempo cercavo un altro lavoro. Finché un giorno, il mio caro amico Francesco, mi bussò alla porta e mi raccontò tutto quello che accadde dopo il mio licenziamento. Mi disse che mantenendo il posto di lavoro, riuscì a frequentare l'università di Londra e studiò economia, diventando così, il  direttore di una catena di fabbriche metallurgiche. Mi offrì un posto di lavoro in una delle sue fabbriche, dandomi come stipendio duemila sterline al mese!!! Io accettai volentieri e il giorno dopo cominciai subito. Compiendo quel gesto, riuscii a dare un futuro migliore a Francesco, di riflesso anche a me stesso.

1 commento:

  1. decisione è irremovibile> decisione è irrevocabile
    le mie cose e me ne
    Finché, un giorno, il mio caro amico Francesco mi bussò alla porta
    che, mantenendo il posto
    diventando, così,
    Francesco e, di riflesso,

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