giovedì 30 maggio 2013

LA CORSA INFINITA.

-Di Federico Bodini-
Mi chiamo Federico, frequento il liceo linguistico Daniele Manin, a Cremona.
Sono nella classe 1B linguistico. La nostra classe è molto unita e affiatata, anche se un po' rumorosa e vivace. I nostri professori sono bravi e tosti. Al venerdì, abbiamo due ore di educazione fisica. Il nostro insegnante è molto severo. Quando non rispettiamo le consegne, come punizione, ci costringe fare venticinque addominali o flessioni. Venerdì scorso stavamo facendo il riscaldamento e alcune persone non correvano. Il prof urlava a squarciagola dicendo:" Se non correte, aumenterò sempre più il tempo! Da dieci minuti passerò a quindici!"
Cercavamo a tutti i costi di mantenere costante la corsa. Ma tutt'ad un tratto, Alex, un nostro compagno di classe, si fermò di colpo e si sedette. Il prof non lo notò subito, ma, quando lo vide, andò su tutte le furie. Ad un certo punto disse:" Fate l'autorizzazione per andare a Po, Per il 30 maggio!"
Il nostro insegnante se stava andando, ma si ricordò di dirci una cosa:"Venite già pronti con la tuta e le scarpe da ginnastica!" Da quel momento, abbiamo cominciato ad insospettirci. Il prof ci lasciava sulle spine! Non voleva dirci cosa andavamo a fare a Po. Dopo una settimana piena di ansia, il giorno fatidico arrivò. Aspettavamo l'insegnante vicino al portone della scuola. Arrivò con la sua bicicletta. Prima di uscire, ci disse:"Oggi, andremo a Po per..." Eravamo molto ansiosi di sapere la risposta, ma anche molto preoccupati. Ad un certo punto, riprese a parlare:" Ve lo dico... Quando saremo arrivati a destinazione!"
Eravamo disperati, non ce la facevamo più ad aspettare. Dopo venti minuti di tragitto eravamo arrivati a destinazione. Rimasi incantato dal paesaggio che si poteva ammirare. C'era un cielo stupendo, limpido senza neanche una nuvola. In quel momento spirava un venticello "rilassante" che faceva danzare gli alberi. Tutto questo fu rovinato dalla notizia del prof.
"Dovrete correre per trenta minuti senza fermarvi, sennò aumenterò il tempo!" Sembrava che il tempo non scorresse più. Durante la corsa, il prof ci sorpassava in bicicletta, ridendo sotto i baffi, e noi, arrabbiati, avevamo aumentato la velocità, rimanendo così senza energia. Alcuni avevano già rallentato il passo e stavamo per fermarsi. In quel momento, eravamo molto agguerriti e non c'eravamo arresi. Eravamo riusciti a correre per trenta minuti senza fermarci. Il prof rimase sbalordito dalla nostra prestazione, ma anche molto contento. Come ricompensa, ci portò in una forneria  per "ripristinare" le nostre energie.

Dopo questo episodio, avevamo capito che era meglio fare un compito fatto bene solo una volta che farne più volte ma male.

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