martedì 7 maggio 2013

Niente è come sembra

Mi misi in bocca la quantità di pane che bastava per tre minuti di masticazione, poi ritrassi le mie facoltà di percezione sensoriale e mi ritirai nell'intimità della mia mente, mentre i miei occhi e il mio viso assumevano un'espressione vuota e preoccupata, avevo paura di morire.
Avevo freddo, non avevo più cibo, di acqua ne era rimasta davvero poca ed io non potevo muovermi. Non era la prima volta che facevo un'escursione, ero molto esperto, venivo soprannominato la gazzella. Ho sempre amato la montagna, ma quel giorno ne ero spaventato, era così fredda, selvaggia, oserei dire cupa: come se non fosse più la mia compagna di avventure ma la mia nemica numero uno. Ero scivolato dalle rocce, non so come, ero solo certo del fatto che avevo fatto un bel volo nel vuoto e che se non ci fosse stata quella sporgenza forse sarei morto. Avevo dei graffi ovunque, i pantaloni verdi erano strappati in più punti, il ginocchio sanguinava così come il gomito.
Ripensai a mia nonna, che era alla finestra ad aspettare il mio rotorno mentre rammendava qualche calzino. Quanto vorrei chiederle di raccontarmi qualche fiaba o di stringermi forte come quando ero piccolo, avevo bisogno di lei, di quella donna che mi ha cresciuto e che mi ha fatto diventare l'uomo che adesso sono.
Non avevo le forze per chiedere aiuto. Si stava facendo buio, il silenzio mi stava facendo scoppiare le orecchie, non sapevo più se tremavo per il freddo o per la paura o per le due cose messe insieme! Ero stanco e debole, mi addormentai.  

1 commento:

  1. avventure, ma
    che, se non ci fosse stata quella sporgenza, forse
    :)

    RispondiElimina

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.