Era una notte buia e tempestosa; la pioggia cadeva
torrenziale - salvo occasionali intervalli in cui era trattenuta da violente
raffiche di vento che mi costringevano a richiudere le piccole ali d’orate e facendo sì che l’acqua mi bagnasse delicatamente il volto,segnato
da una smorfia di disprezzo nei confronti delle piccole gocce. Il vento mi
trasportava dove voleva.
La legge del vento non si può cambiare,ormai aveva
fatto la sua scelta. Mi svegliai all’alba; Il cielo era rosso fuoco,da molto lontano
si poteva benissimo scorgere il grande sole. Mi trovavo su una gialla foglia di
quercia. Era autunno all’epoca. Me
ne stavo distesa,terrorizzata,spaesata. In quel preciso istante,m’interessava solo sapere dove diavolo mi
trovavo. Il mio villaggio,il villaggio incantato, era completamente distrutto. La
tempesta lo aveva devastato. L’aveva
lasciato allagato,in disordine. Aveva lasciato un vuoto che necessitava di
essere colmato. Non sembrava più il mio villaggio,la mia casa. Cercai di
alzarmi e mi misi in volo. Le ali erano bagnate,ma dopo svariati tentativi
riuscii ad alzarmi un poco da terra. Sentivo che la polvere magica stava
svanendo,non potevo farcela. Non sapevo dove stavo andando,né m’interessava saperlo. Volevo solo cercare un
altro posto in cui vivere,ormai tutto era perduto. L’unica cosa che in quel momento mi rendeva
felice,era volare. Volare significa libertà. Volare è spensieratezza. Mi
sentivo così libera,ero talmente assorta nei miei pensieri,che non mi accorsi
dei grandi coleotteri che mi inseguivano alle mie spalle. La polvere magica man
mano diminuiva ed io m’indebolivo.
Il ronzio delle ali di quei grandi insetti verdi,pareva sempre più vicino … anche troppo. Precipitai. Un po’ per la stanchezza,per la paura,per la
debolezza. Mi sentivo impotente. Non ero altro che un’insulsa fata,priva di qualsiasi dote. Me li
sentivo proprio alle calcagna,sapevo di non farcela. Ma quando ebbi perso
qualsiasi speranza,lei arrivò. Lei,la regina delle fate del villaggio
incantato. Mi aveva salvato la vita. Mi scagliò fra l’erba alta di una boscaglia. Svenii. Mi
risvegliai,trovandomi accanto la regina che mi accarezzava i lunghi capelli
rossi. L’abbracciai
e mi disse una frase che mai scorderò: “Nulla è perduto,io e te riusciremo a ricostruire
pezzo per pezzo il nostro villaggio.” Mi sentivo una farfalla,pronta per
ricominciare un nuovo viaggio,accanto alla mia regina.
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