martedì 21 maggio 2013

Domande senza tempo.

La lapide di calcare bianco svettava come una fiaccola nel mare verde che la circondava.


Su di essa erano scolpiti i busti di quattro uomini dall'espressione austera e senza tempo.

Tutti quanti avevano la mano destra poggiata sul cuore come segno inequivocabile d'orgoglio e coraggio.

Posti sulla collinetta i quattro fratelli sembravano voler vegliare sul terreno circostante, quasi a proteggere la domus che li aveva visti crescere ma non invecchiare.

I busti sembravano chiedere a chiunque li guardasse cosa ne fosse stato degli amati genitori già sconvolti per l'atroce morte della figlia femmina; avevano resistito al dolore per la perdita di tutti gli eredi?

I loro sguardi sembravano chiedere se ancora il padre si recava alle terme parlando con orgoglio della famiglia; avrebbero voluto sapere se ancora la madre tesseva cantando durante le giornate primaverili.

Ma nessuno rispondeva alle loro mute domande.

Molte persone venivano a visitare la sepoltura dei quattro fratelli: parenti in lacrime, compagni d'armi in sincero cordoglio... anche alcuni sacerdoti del tempio di Mefite erano andati fino in cima alla collinetta per trovarsi faccia a faccia con i volti abilmente scolpiti nel calcare.

Ma tutti loro erano sordi alle domande di quei volti di pietra: venivano tutti in fronte a loro, si inginocchivano a pregare perchè avessero una bella vita nell'aldilà e, a volte, scappava una lacrima a qualcuno; nulla più.

Nessuno si fermava ad ascoltare il sibilo del vento o il frusciare dell'erba che avrebbe potuto trasmettere le domande dei fratelli.

Così, mentre il tempo scorreva e segnava la pietra, i fratelli mantenevano inalterati i loro sguardi senza tempo pieni di domande.





 Prof non ho messo la foto perchè non riusciva a caricarla nel documento.


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