martedì 7 maggio 2013

l'immaginazione

Mi misi in bocca la quantità di pane che bastava per tre minuti di masticazione,
poi ritrassi le mie facoltà di percezione sensoriale e mi ritirai nell'intimità della mia mente, mentre i miei occhi e il mio viso assumevano un'espressione vuota e preoccupata, era da quando era iniziata la scuola che ogni sera si ripeteva sempre la solita storia: mio padre continuava a sgridarmi per il  mio scarso rendimento scolastico, ma non riuscivo a capire il perché. In fin dei conti non andavo poi tanto male, lunica materia in cui avevo linsufficienza era matematica, ma per il resto non me la cavavo poi tanto male. Per anni mi sono domandato il perché di tutte quelle pressioni, e probabilmente erano dovute al fatto che mio padre desiderava ardentemente che io diventassi medico.

Si credo proprio che fosse il sogno della sua vita vedermi tra le corsia di un ospedale con un fonendo al collo, ma ovviamente quello non era ciò che desideravo io. Io volevo fare laddestratore di cani, amavo con tutto il cuore quegli animali e passavo tutti i pomeriggi con il mio cane, era molto intelligente ed ero riuscito ad insegnargli i comandi base.

Quella sera mio papà era molto più arrabbiato del solito, avevo preso unaltra  insufficienza in matematica. Iniziò a parlare e ad urlarmi contro, ma io iniziai a pensare ad altro. Pensai a una magnifica spiaggia di sabbia bianca ed un mare cristallino, era il posto più bello del mondo e mi si era materializzato davanti agli occhi, non vedevo più mio padre che mi sbraitava contro, ma vedevo solo uno splendido mare e un cielo terso. Cero solo io e nessun altro, mi sarebbe piaciuto restare li per sempre.

Ad un certo punto mentre guardavo lorizzonte un enorme nuvola di un incredibile pesante leggerezza coprì il cielo, dopo pochi istanti iniziò a piovere. La pioggia era fortissima, migliaia di orologi stavano ticchettando tutti insieme, ma il rumore era piacevole, talmente piacevole che mi addormentai. Nello stesso momento in cui chiusi gli occhi li riaprii e mi ritrovai mio padre che con la sua fastidiosa voce mi chiese: hai capito? E guai a te se porti a casa un altro voto così!. Ovviamente non avevo sentito nemmeno una parola di ciò che mi aveva detto, ma feci comunque si con la testa. Dopo aver sospirato se ne andò in cucina a farsi un bicchiere, prima di andare a letto era solito bere un bicchiere di vino per rilassarsi,ma sono sicuro che quella sera lo fece per calmarsi.

Dopo quella sera la visione di quella spiaggia riempì le mie giornate e i miei pensieri, ed ancora oggi riesco a vedere il cielo terso, le acque cristalline e lodore di salsedine dellaria.

1 commento:

  1. Si > sì,
    mio papà > il mio papà
    li < lì
    punto, mentre guardavo l’orizzonte,
    un enorme nuvola>un' enorme nuvola

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