giovedì 30 maggio 2013

Missione di soccorso.

“Ricordatevi di portare le verifiche firmate entro domani” Gridò la professoressa per sovrastare il vociare degli alunni, scatenato dal suono della campanella  che aveva segnato il tanto agognato termine della giornata.

Nessuno dei ragazzi della 1^ B linguistico, sembrava aver ascoltato il promemoria della professoressa, ma più di tutti,  il ragazzo con i capelli modellati in una piccola cresta, mostrava di essersi perso a pensare ad altro. Forse, come la maggior parte degli studenti in quel periodo, era concentrato sulla fine imminente della scuola.

“Alex”, - lo apostrofò l’insegnante, che aveva notato lo sguardo assente e il sorriso soddisfatto del ragazzo - “Ti ricordi quello che devi fare?” disse incrociando le braccia al petto. Alex, dopo qualche secondo di smarrimento scavò nella sua mente per capire cosa potessero  voler significare le parole della sua insegnante.

Abbassò lo sguardo e osservò i due pezzi di carta che stringeva fra le mani. Si rese conto di avere due possibilità: o si trattava della verifica appena ricevuta, o del permesso per l’uscita scolastica del giorno seguente. Dopo aver risposto ad entrambe le opzioni, Alex si diresse verso l’uscita del liceo Daniele Manin per tornare a casa. Il giorno seguente, cioè il 30 maggio, l’intera classe si sarebbe dovuta recare, accompagnata dal professore di ginnastica, in visita al Torrazzo.

Era una fresca giornata di maggio, il cielo si presentava, agli occhi degli alunni, estremamente nuvoloso, lasciando intravedere solo pochi raggi di un sole che si nascondeva nel cielo ormai da giorni. Il Torrazzo era per i ragazzi, una delle tante costruzioni cremonesi; non ne apprezzavano in pieno la bellezza.
Gli studenti si apprestarono ad entrare. Fu, per loro, una fatica enorme riuscire a percorrere tutti e 502 gli scalini. Una volta arrivati in cima, una meravigliosa vista si stendeva davanti a loro. Sembrava che tutta Cremona fosse nelle loro mani. Ad un ragazzo in particolare s’era creata quella visione.

Alex, che si divertiva a sporgere la testa al di fuori di una piccola apertura, decise di coinvolgere una delle sue inseparabili compagne “d’avventura”, in quel suo spericolato gioco. “Federica - disse - quanto scommetti che riesco a sporgermi anche con le mani, senza cadere?” La ragazza osservò per un momento l’amico in completa serietà, per poi scoppiare in una sonora risata. “Non ne avresti il coraggio...” replicò.

Quelle poche parole motivarono Alex che cercò immediatamente di contrastare il pensiero negativo dell’amica, passando dalle parole ai fatti. Il ragazzo, infatti, raccogliendo tutto il coraggio racchiuso in sè, si sporse inizialmente solo con il viso. Serrando gli occhi cercò di spingersi oltre, portando al di fuori dell’apertura anche le braccia.

Alex iniziò a tremare, cercando a tutti i costi di nascondere la paura per quella posizione poco sicura. In un istante, il ragazzo perse l’equilibrio scivolando al di fuori della piccola apertura. La sue forti grida, nel mentre che era rimasto appeso ad una piccola sporgenza, richiamarono l’attenzione del professore, che accorse subito terrorizzato in suo aiuto. Egli cercò di trovare in poco tempo una soluzione che potesse salvare la vita del povero Alex.

L’insegnante afferrò con forza le mani del ragazzo cercando di trascinarlo all’interno della piccola torre. Filippo e Federico cercarono di aiutarlo ed insieme riuscirono a mettere in salvo Alex tirandolo per le braccia ancora tremanti. Tutta la classe, in preda alla felicità, corse ad abbracciarlo.


L’insegnante, invece, ancora scosso, sentenziò contro l’alunno prendendo seri provvedimenti: “Non farete mai più un’uscita, per colpa sua!” Ma ai ragazzi al momento non importava; a loro bastava che Alex, nonostante le sue  prodezze, fosse al sicuro, grazie ad una immediata missione di soccorso. 

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