domenica 2 giugno 2013

dopo 40 anni

Una classe della sezione B del liceo linguistico D. Manin, come ogni decennio, organizzò una rimpatriata. Quest’anno, toccò alle due ragazze (ormai donne) che furono rappresentanti in prima ad organizzare l’evento.
Le due non si erano perse di contatto, da piccole furono compagne di gioco, si erano ritrovate dopo una decina di anni nella stessa classe e decisero di non dividersi ancora una volta.
Si decise la data, 30 maggio 2048.
In quel giorno, tutti, dovevano essere presenti.
Mathilde prese l’aereo da Taiwan, dove ormai viveva da qualche anno, per essere presente all’incontro. Fecero lo stesso Vittoria, da Liverpool, Nathalie dall’Olanda e Rebecca da Londra.
I ragazzi, o forse è meglio chiamarli ‘‘signori’’ anche se tutti si ricordavano giovani e pimpanti, si ritrovarono in centro, quel sabato.
Per prime arrivarono le più diligenti della classe, quelle che erano ai primi banchi, cambiate per niente, sempre molto composte e sorridenti.
Seguirono, Rebecca che diede un passaggio in macchina, come ai vecchi tempi, alle sue amiche e infine gli altri proveniente dai paesini circostanti.
Eugenia portò il suo marito, fu la prima a sposarsi, anche se al liceo era contraria al matrimonio, bellissima e biondissima, come sempre.
Camilla Dal Cero venne con il suo amato cane, da cui non si era staccata da anni.
La Benigno arrivò di corsa, con un sorriso gioioso, come la sua personalità, con le cuffie nelle orecchie, ascoltando Skrillex... (i suoi gusti musicali non erano migliorati da allora).
Finalmente tutti furono in piazza del Duomo, nel caldo pomeriggio, sotto un cielo limpido, seppur con qualche nuvola bianca e candida.
Alte, volavano in cerchio, le rondini, parevano anche loro contente per il ritrovo dei vecchi amici.
Dopo una mezz’ora di chiacchiere, tra ‘‘sei sempre bellissima’’ e ‘‘come sta la tua famiglia?’’, era programmata una salita sulla torre della città, per ammirare in panorama da occhi e animo invecchiati, maturati di 40 anni.
Cominciarono a salire, Camilla e Lucrezia sempre vicine, la ‘‘Gialla’’ e la ‘‘Skizzy’’ sempre accanto, fino a quando Alex fece fermare tutti.
‘‘Ragazzi, io non ce la faccio, la vecchiaia si fa sentire, salite pure senza di me’’
In effetti, era l’unico che aveva i capelli totalmente bianchi, un viso piuttosto colmo di rughe. E così scese. Si sedette ai gradini, che erano stati lì per anni, che avevano visto il mondo e le persone cambiare, e che erano ancora lì. Sotto un cielo rosa.
Dopo qualche minuto, sentì dei bisbigli avvicinarsi, delle grida, anzi.
Si voltò, e stupito, si accorse che tutta la classe era tornata indietro, per lui.
L’unione fa la forza, dissero. Non potevano lasciare un grande amico solo.
E così il viso di Pittari fu rigato da sincere lacrime, ma il sorriso gli tornò subito perché i compagni si sedettero accanto a lui, sui gradini. Gli stessi gradini su cui si sedevano il sabato sera quando erano giovani. Tutti a guardare in alto...

4 commenti:

  1. É davvero Stupendo, con la S maiusola! Mi é venuta perfino la pelle d'oca!
    P.s. Spero che nel 2048 Toby ci sia ancora...:P

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    1. è da tanto che non sono "ispirata", ultimamente non riesco proprio a scrivere... ma grazie mille :)

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  2. Davvero bello mathy, sono daccordo con la dalcy!

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