L'altro giorno, esaminando le mie carte, ho trovato nello scrittoio la copia di una lettera, spedita da circa un anno ad un vecchio compagno di scuola: il suo nome è Pietro.
Mi è bastato rileggere qualche frase e subito mi sono riaffiorate nella mente sensazioni, ricordi di momenti di allegria e felicità. Pietro era sempre di buon umore e, anche se era suscettibile cercava sempre di trattenersi e di scegliere la soluzione. Gli avevo scritto quella lettera per ringraziarlo, ancora una volta dell’amicizia e della comprensione che aveva nei confronti, dato che molte volte “facevo di testa mia” senza ascoltare amici e consigli. All’età di dieci anni io e la mia famigliari siamo trasferiti dal nostro piccolo paese di campagna in città perché mio padre, l’unico che lavorava, era stato licenziato e aveva bisogno di un lavoro. Arrivati in città mia madre mi inscrisse alla scuola elementare del nostro quartiere. Il primo giorno di scuola ero agitatissimo perché non conoscevo nessuno; tutti mi fissavano, parlavano sottovoce e mi escludevano, tranne un ragazzo; quello era Pietro. Da quel momento pensai che niente ci avrebbe potuto separare, ma non è stato così: dopo le medie, avendo scelto scuole diverse ci siamo persi di vista,ma credo che un amico come lui non lo dimenticherò mai. Spero un giorno di incontrarlo di nuovo e chissà di poter riprendere la nostra bella amicizia.
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