martedì 25 giugno 2013

Hangover

Quando lo vidi per la prima volta, Terry Lennox era ubriaco in una Rolls Royce fuori serie, di fronte alla terrazza del "Dancers"…

lo avevo subito etichettato come il classico sbruffone figlio di papà che vuole essere al centro dell'attenzione a tutti i costi; avevo provato un'istintiva repulsione nei suoi confronti.
Stavo quasi per rientrare nel locale, quando Terry si avvicinò a me mormorando un “ciao” con la voce impastata, liberando un puzzo d'alcool allucinante, per poi svenirmi di fronte un attimo dopo.
Ammetto di aver avuto la tentazione di lasciarlo lì e di andarmene come se nulla fosse successo, ma la mia anima caritatevole e bendisposta verso il prossimo mi spinse, invece, a rientrare nel locale per cercare qualcuno che fosse disposto a trasportare quel povero Cristo al pronto soccorso.
Fortunatamente il proprietario del Dancers possedeva un pick-up mezzo rotto, di quarta mano, ma abbastanza funzionante.
Caricarono Terry nel cassone e ci portarono al più vicino centro medico di Seattle (solo perchè a Tom scocciava sprecare benzina per uno dalla cattiva fama come Lennox ).
All'ospedale, nonostante le mie suppliche, si rifiutarono tutti di rimanere a farmi compagnia sostenendo che ero stata io a volerlo portare al pronto soccorso e quindi, lì con Lennox, dovevo starci io.
Passai una fantastica serata ad aspettare che qualcuno venisse a prendere Terry e a fare in modo che il suo corpo inerte non cadesse giù dalla sedia.
Verso le tre e mezza del mattino, finalmente, arrivò un tizio con il camice che mi chiese le generalità dello svenuto. Rimase parecchio deluso dal fatto che ne conoscessi soltanto il nome e l'anno di nascita; alla fine mi disse che l'avrebbero rianimato, che l'avrebbero tenuto in osservazione per dodici ore e che, se volevo, potevo andare a casa per tornare il pomeriggio seguente verso le cinque e mezza. Accolsi volentieri questo suggerimento.
Quando, alle sei in punto, mi ripresentai all'ospedale e venni condotta nella stanza di Terry lo trovai sveglio e con un aspetto molto migliore rispetto alla sera prima: innanzitutto aveva riacquistato colore in volto, i capelli scuri non erano più sudaticci, gli occhi erano vispi e presenti e, soprattutto, l'odore di alcool era del tutto scomparso.
Il suo sguardo si posò prima su di me e poi sul dottore che mi aveva accompagnata, quest'ultimo gli fece un cenno affermativo con la testa per poi uscire chiudendo delicatamente la porta dietro di sé.
Mi presentai velocemente sedendomi accanto al letto di Terry; lui si dimostrò interessato a incline alla conversazione.
Scoprii così che non era affatto sbruffone come mi ero immaginata: dimostrava una cultura molto vasta e aveva anche un ottimo senso dell'umorismo.
Trascorremmo circa un'ora parlando piacevolmente del più e del meno, ci scambiammo i rispettivi numeri di cellulare e poi venne per me l'ora di accomiatarmi.
Ci sentimmo spesso nei giorni seguenti, e più di una volta ci trovammo a fare un aperitivo insieme nel mio locale di fiducia; Terry mi parlò dei suo progetti di proseguire gli studi di medicina avanzata a Washington dicendo che sarebbe partito per la capitale dopo nemmeno un mese.
Dopo la partenza non lo rividi più fino a quando, due anni fa, dovetti trasferirmi anche io a Washington.
Domani io e Terry Lennox ci sposiamo.

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.