domenica 30 giugno 2013

L'amico ritrovato

Presto sarebbe volato via pure quello stupido febbraio e il vecchio Alex si sentiva profondamente infelice ma in modo distaccato come se la sua vita appartenesse - sensazione fin troppo tipica e cruda ne convengo - a qualcun altro.
 Non sapeva spiegare il suo stato d’animo; la sola cosa che poteva giustificare i suoi sentimenti e il suo comportamento era la morte di suo nonno. Da sempre era il suo punto di riferimento, dato che i suoi genitori erano separati e il padre, con il quale viveva, era quasi sempre fuori per lavoro. Ora che aveva perso la sua “spalla” era come se una parte di lui si fosse spenta: stava sempre chiuso in camera sua(se non quando andava a scuola)ed era costantemente assente, come se non si rendesse conto di ciò che stava succedendo o faceva, come se fosse influenzato da qualcosa che non riusciva a dimenticare e che lo tormentava. Una sera, tornato tardi dalla sua visita quotidiana al cimitero, sentì chiamare il suo nome dalla sua camera. Mentre saliva le scale sentì, dietro di lui, dei passi; si voltò, ma non vide nessuno. Il cuore gli batteva forte perché non sapeva cosa aspettarsi, era teso, agitato perché sentiva che sarebbe capitato qualcosa di misterioso, inspiegabile. Aprì lentamente la porta della sua stanza e per un attimo gli sembrò di vedere la figura di suo nonno; era sorridente, con uno sguardo rassicurante. Quell’immagine gli trasmesse serenità. Tutto questo però gli sembrava impossibile… chiuse velocemente la porta, si strizzò gli occhi, tornò in sé stesso ed entrò di nuovo nella sua camera. Quello che vedeva adesso solo la sua solita e disordinata camera da letto, con la scrivania, i libri di scuola e i videogiochi… dentro di lui però qualcosa era cambiato: sentiva la presenza del nonno, che lo accompagnava e lo proteggeva, era sicuro perché il suo grande amico sarebbe stato sempre con lui.  

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