venerdì 21 giugno 2013

L'ipnosi

In mezzo a un fitto bosco, un castello dava rifugio a quanti la notte aveva sorpreso in viaggio: cavalieri e dame, cortei reali e semplici viandanti. 
Passai per un ponte levatoio sconnesso. Il legno della struttura scricchiolava e passo dopo passo si sbriciolava,lasciando cadere piccoli pezzi di terriccio. In quei tempi ero un nomade,viaggiavo. Viaggiavo soltanto. Molte erano le leggende in onore di questo palazzo,molti erano amici miei mendicanti,che mai avevano fatto ritorno. Dovevo scoprire quel dannato mistero. Dovevo capire dov’erano finiti i viandanti a me molto cari. L’avventura scorreva nel mio sangue più che mai. Sempre sostenuto dal mio caro bastone,sempre coperto dal mio lungo mantello di velluto rosso e sempre in compagnia di Axel. Lui era un grande San Bernardo di ben 12 anni. Era ormai vecchio,tuttavia si manteneva in forma strabiliante. Quanto amavo quel cane. Era tutto per me. Ci trovavamo in Scozia. In quel particolare periodo stavamo girovagando per queste enormi,tetre boscaglie. Appena varcato l’immenso ponte levatoio,ci trovammo davanti ad un meraviglioso castello in mattoni grigi. Il portone della dimora si presentava con una blindatura e  delle maniglie in oro,di una grandezza spropositata. Axel mi fissò con occhi impauriti. Afferrai una delle grandi maniglie e con forza bussai. La grande porta in legno ed oro si aprì lentamente,brillando con il chiarore della luce lunare. Una luna piena stava in una perfetta angolazione,lì in un cielo più nero che blu,un cielo coperto da un manto di splendide stelle che mai si sarebbero stancate di sfavillare. Axel indietreggiò,mentre si fece avanti un uomo che pareva per bene, con una bocca nascosta da dei bei baffoni scuri. Occhi verdi lampanti,pieni di estasi. Mi tese la mano: “ Lieto di fare la sua conoscenza Signor … “ “Duncan,può chiamarmi semplicemente Duncan”. Mi sorrise. Un sorriso tremendamente incantevole. Un sorriso perfetto. Un sorriso quasi ipnotico. “Ha un bellissimo cane,sa? Credo che gli piacerà stare qui,ho un meraviglioso alano maculato. Su entrate!”. Il castello era ancora più bello all’interno. La prima cosa che si presentava davanti era un magnifico tinello. Se si alzava la testa,si poteva subito notare un lampadario completamente in cristallo. “ Mi dia il mantello,la prego”.Mentre ero meravigliato ed incantato da tutta quella incredibile bellezza, sentì delle voci assai familiari. Cercai di capire da dove provenissero e mi trovai davanti ad una piccola porticina. Bussai.
“Angus! Donald! Ma siete voi?”
“Duncan,vecchio mio!! Che piacere rivederti!”
“Ma che fine avete fatto?”
“Sai quelle leggende di brutto conto su questo castello e su chi ci vive? Ecco,sono tutte fesserie. Qui non c’è assolutamente niente di cui aver paura,abbiamo deciso di restare perché qui tutto è perfetto. Il signor Kenneth ci adora e ci ha chiesto di vivere con lui,essendo una persona molto sola.”
“ E’ da più di un anno che ormai viviamo qui e ci troviamo veramente bene. Resta qui con noi Duncan,basta viaggiare,basta fare il mendicante,metti da parte la tua misera vita.”

Ma c’era qualcosa in loro due che non andava. Era da circa un quarto d’ora che stavo chiacchierando e loro non avevano ancora mosso ciglio. Non sbattevano le palpebre. Erano come sotto ipnosi. Urlai aiuto,ma mi afferrarono tenendomi fermo con forza immane. Cercai invano di liberarmi. L’unica cosa che mi ricordai da quel momento in poi,fu che mi risvegliai con un terribile mal di testa ed il desiderio di non andarmene mai più da quel maledetto castello.




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