In
mezzo a un fitto bosco, un castello dava rifugio a quanti la notte aveva
sorpreso in viaggio: cavalieri e dame, cortei reali e semplici viandanti.
Passai
per un ponte levatoio sconnesso. Il legno della struttura scricchiolava e passo
dopo passo si sbriciolava,lasciando cadere piccoli pezzi di terriccio. In quei
tempi ero un nomade,viaggiavo. Viaggiavo soltanto. Molte erano le leggende in
onore di questo palazzo,molti erano amici miei mendicanti,che mai avevano fatto
ritorno. Dovevo scoprire quel dannato mistero. Dovevo capire dov’erano finiti i
viandanti a me molto cari. L’avventura scorreva nel mio sangue più che mai. Sempre
sostenuto dal mio caro bastone,sempre coperto dal mio lungo mantello di velluto
rosso e sempre in compagnia di Axel. Lui era un grande San Bernardo di
ben 12 anni. Era ormai vecchio,tuttavia si manteneva in forma strabiliante. Quanto
amavo quel cane. Era tutto per me. Ci trovavamo in Scozia. In quel particolare
periodo stavamo girovagando per queste enormi,tetre boscaglie. Appena varcato l’immenso
ponte levatoio,ci trovammo davanti ad un meraviglioso castello in mattoni
grigi. Il portone della dimora si presentava con una blindatura e delle maniglie in oro,di una grandezza
spropositata. Axel mi fissò con occhi impauriti. Afferrai una delle grandi maniglie
e con forza bussai. La grande porta in legno ed oro si aprì lentamente,brillando
con il chiarore della luce lunare. Una luna piena stava in una perfetta
angolazione,lì in un cielo più nero che blu,un cielo coperto da un manto di
splendide stelle che mai si sarebbero stancate di sfavillare. Axel
indietreggiò,mentre si fece avanti un uomo che pareva per bene, con una bocca
nascosta da dei bei baffoni scuri. Occhi verdi lampanti,pieni di estasi. Mi
tese la mano: “ Lieto di fare la sua conoscenza Signor … “ “Duncan,può
chiamarmi semplicemente Duncan”. Mi sorrise. Un sorriso tremendamente
incantevole. Un sorriso perfetto. Un sorriso quasi ipnotico. “Ha un bellissimo
cane,sa? Credo che gli piacerà stare qui,ho un meraviglioso alano maculato. Su
entrate!”. Il castello era ancora più bello all’interno. La prima cosa che si
presentava davanti era un magnifico tinello. Se si alzava la testa,si poteva
subito notare un lampadario completamente in cristallo. “ Mi dia il mantello,la
prego”.Mentre ero meravigliato ed incantato da tutta quella incredibile
bellezza, sentì delle voci assai familiari. Cercai di capire da dove
provenissero e mi trovai davanti ad una piccola porticina. Bussai.
“Angus!
Donald! Ma siete voi?”
“Duncan,vecchio
mio!! Che piacere rivederti!”
“Ma
che fine avete fatto?”
“Sai
quelle leggende di brutto conto su questo castello e su chi ci vive? Ecco,sono
tutte fesserie. Qui non c’è assolutamente niente di cui aver paura,abbiamo
deciso di restare perché qui tutto è perfetto. Il signor Kenneth ci adora e ci
ha chiesto di vivere con lui,essendo una persona molto sola.”
“ E’
da più di un anno che ormai viviamo qui e ci troviamo veramente bene. Resta qui
con noi Duncan,basta viaggiare,basta fare il mendicante,metti da parte la tua
misera vita.”
Ma c’era
qualcosa in loro due che non andava. Era da circa un quarto d’ora che stavo chiacchierando
e loro non avevano ancora mosso ciglio. Non sbattevano le palpebre. Erano come
sotto ipnosi. Urlai aiuto,ma mi afferrarono tenendomi fermo con forza immane.
Cercai invano di liberarmi. L’unica cosa che mi ricordai da quel momento in
poi,fu che mi risvegliai con un terribile mal di testa ed il desiderio di non
andarmene mai più da quel maledetto castello.
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