"Il mio disgraziato fratello ha sempre avuto tante pretese nella vita, e da piccolo non mi lasciava mai in pace a volermi raccontare tutte le sue storie e sogni di ragazzo.
Io non sapevo neanche di cosa parlasse, ma per calmarlo facevo quella funzione di ascoltare i suoi discorsi e applaudirlo, in quanto ero il fratello minore." Disse Dario al giudice. I suoi genitori oggi non erano in sala, erano tutti e due al lavoro, ma la deposizione del fratello minore si doveva fare, con o senza i genitori presenti. Dario era un po' spaventato, si vedeva eccome; insomma non é da tutti giorni che un bambino di 6 anni deponga in un tribunale per colpa di un fratello terribile. Mille luci e telecamere erano puntate su di lui. "Basta adesso é troppo per lui" dissi io. Il bambino era terrorizzato, un' altra domanda e sarebbe andato fuori di sé. Cosí i giornalisti cominciarono ad allontanarsi e il giudice riprese la parola. "Come ha deciso la signora " guardandomi "l'udienza si aggiorna domani mattina alle 9.00 in punto". Tutti si alzarono dalle proprie sedie facendo un po' di rumore e uscirono dalla sala. Essendo la psicologa di Dario, lo presi in disparte, chiacchierammo un po' e cercai di capire le emozioni che in quel momento stavano vagando nella sua testa: capí da come parlava che era abbastanza agitato e frastornato dalle mille domande dei giornalisti. Mi dispiaceva molto vederlo cosí; insomma questo é il mio lavoro, ma mi stavo affezionando molto a questo bambino. Chi non si affezionerebbe? Appena ti ritrovi davanti un bimbo con i riccioli biondi, occhi azzurri, con il nasino e le orecchie cosí piccoline e tenere, come fai a non abbracciarlo quando é triste e consolarlo quando ha paura?! Ha dei genitori fantastici, molto disponibili e generosi, proprio due brave persone. Peccato per il fratello che si ritrova: per carità, un bel ragazzo, anche lui capelli biondi e occhi azzurri, ma con un carattere terribile! Essere stato spinto in questa situazione cosí delicata, comporterà sicuramente al bambino qualche disturbo che si ricorderà per parecchio tempo. Ormai su tutti i giornali del paese c'erano titoli come: "Ragazzo di 16 anni, ricercato in tutto il paese per spaccio di droga e tre omicidi", "Minorenne ricercato per spaccio e omicidi", "Minorenne accusato di spaccio e omicidi: ricercato in tutto il paese e all'estero". Le squadre di ricerca si erano mosse ormai da tre giorni, ma non riuscivano a trovarlo. I genitori avevano indicato loro alcuni posti dove sarebbe potuto andare, ma in nessuno di quei posti lo avevano trovato.
Dopo quasi una settimana di ricerche provai a chiedere a Dario se per caso lui conosceva qualche posto in cui erano soliti andare. Il bimbo facendo si con la testa cominciò a raccontarmi che alcune volte lui e il fratello andavano vicino al fiume nella loro casetta segreta a giocare insieme. L'avevano costruita l' estate scorsa, ma nessuno a parte loro ne era a conoscenza. "Sapresti accompagnarmi li?" Chiesi. Dario annui, cosí c'incamminammo insieme verso la casa segreta. Arrivati vicino al fiume, Dario andò avanti verso il bosco. Dopo diversi alberi, si fermò sotto uno enorme; sul tronco mi accorsi che c'era una piccola scala che portava sull'albero. Dario cominciò a salire e dopo diversi metri vidi sopra la mia testa la porta della casa, con scritto: Edo e Dario. Dario era già dentro quando sentí un urlo fortissimo provenire dalla casa; salí in fretta gli ultimi gradini e mi accorsi che era Dario che urlava. Davanti a me c'era Edoardo, il fratello, disteso per terra in un lago di sangue con una pistola in mano: si era probabilmente suicidato. Dario, capendo che il fratello era ormai morto scoppiò in lacrime; lo lasciai sfogare e mi allontanai un secondo per chiamare la polizia e informare i poliziotti del caso. Riavvicinandomi al cadavere vidi Dario sdraiato vicino al fratello, mano nella mano. A quella scena mi commossi e lo presi per mano: "Vieni Dario, non piangere", lo portai fuori dalla casa, mentre la polizia era appena arrivata ai piedi dell'albero.
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