martedì 7 maggio 2013

Memorie di una vita straordinaria

L'enorme lancetta nera è ancora immobile, ma s'accinge a compiere il gesto di ogni minuto:
quel sobbalzo elastico metterà in moto tutto un mondo. La faccia dell'orologio si volterà lentamente fino a scoccare mezzogiorno. Giovanni era fermo ad osservare l’enorme orologio. Il tempo per lui era passato troppo in fretta, era già il suo sessantesimo compleanno.
Mentre tornava a casa si mise a pensare a tutta la sua vita fino a quel momento, a tutte le gioie e i dolori che aveva vissuto.
Ricordava una canzoncina della buona notte che sua mamma era solita a cantargli quando era bambino e qualche volto sbiadito dal tempo dei suoi compagni di giochi d’infanzia.
Sorrise ripensando al primo amore e al suo cuore infranto, si ricordava ancore di alcuni vecchi insegnanti che erano stati particolarmente cattivi con lui quando andava a scuola.
Aveva un piccolo senso di nostalgia nel ricordare la sua spensierata giovinezza: i pomeriggi estivi e le corse in bicicletta. Gli mancavano anche le ore passate a costruire modellini di aereoplanini con suo padre e il pranzo domenicale preparato dalla nonna.
Ricordò la prima volta che aveva incontrato sua moglie, a Roma. Quando lui era un soldato ventenne e lei una turista francese venuta in Italia con la scuola. Si erano scritti lettere per due anni senza mai vedersi, fino a quando lei lo raggiunse a Pavia dove abitava.
Si ricordò il nervosismo prima delle nozze, e quel buffo prete francese che gli aveva sposati. Erano dei tempi così felici e lo furono ancora di più quando nacquero Hugo e Sophie, due gemelli. La gioia che aveva provato in quel momento era indescrivibile e mai avrebbe provato qualcosa di paragonabile a quello.
Una donna con un cane gli passò accanto, a Giovanni venne in mente così il cane che aveva da ragazzo, Chicco. È stato il suo più fedele compagno di avventure e aveva sofferto molto per la sua morte, ma in fondo era già vecchio.
Prima di entrare in casa si fermò a contemplarla dal giardino, era davvero bellissima pensò. Gli era costata parecchi sacrifici, ma ne era valsa la pena.
Riuscì a scorgere dalla finestra sua moglie in cucina intenta a preparare il pranzo e dietro di lei i suoi figli, sentiva anche le grida e le risa dei suoi nipoti che stavano giocando sul retro.
Non avrebbe potuto desiderare di meglio, il suo cuore traboccava di affetto. Giovanni era contento della sua vita, meravigliosa nella sua straordinaria semplicità e senza alcun rimpianto. 

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