martedì 14 maggio 2013

Il lago

Il vento mi impediva di stare in piedi, mi aggrappai ad un ramo e appena la cascata si interruppe un attimo corsi sotto il porticato.
Ne ho sempre avuto paura, fin da piccolo. Osservavo impotente quella furia.  Non riesco a capire come in così poco tempo fosse arrivata. Solo mezz'ora prima avevo preso la decisione di fare un giro in canoa  tra i canneti del lago, ma si sa che il tempo qui é imprevedibile:  decisi di stare nell'appartamento della nonna, lei non c'era, era appena andata a trovare una sua amica, cosí decisi di entrare nello studio del nonno, quella stanza che é sempre stata per me tanto misteriosa quanto affascinante, il nonno teneva davanti alla vetrata che dava sul lago un cannocchiale, col quale decisi di osservare la tempesta in atto.
Mi sedetti sul cashmeere e impietrito ascoltavo la pioggia scrosciare dai canali. Il lago si era trasformato: da azzurro come gli occhi del papà a verde scuro, come il petrolio. Era agitato, sembrava una furia pronta a fare delle stragi. Il pianeta infuocato non c'era piú, inghiottito da possenti mostri neri, i canneti sulla riva erano chinati dal vento, gli ulivi erano grandi mani ripiegate verso il suolo. Era uno spettacolo affascinante, ma allo stesso tempo inquietante. Il cambiamento così rapido, da bel tempo a brutto, mi incantava. Sono rimasto tutta la sera ad osservarla, Madre Natura era così bella e imprevedibile. 

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