martedì 21 maggio 2013

Il pisolino

Era un bellissimo giorno di primavera. 
Me ne stavo sotto un albero ad annoiarmi; strappavo qualche filo d’erba e lo rigettavo nel prato. Avevo circa sette anni ed ero un bambino abbastanza vivace; mi muovevo sempre. Non potevo star fermo. Quel giorno sì. Ero accucciato sotto il mio albero da circa mezz’ora, ma non mi veniva in mente niente da fare. A un certo punto, dopo un lieve venticello passeggiero, mi addormentai sul prato verde e cominciai a sognare. Vidi dei bambini, più o meno come me, che giocavano insieme, sembravano molto felici, loro non si stavano annoiando. Stavano giocando a nascondino. Ora a prendere, toccava ad un ragazzotto abbastanza robusto, con la maglia a righe arancioni: si mise dietro un albero, si coprì gli occhi con le mani e iniziò a contare; 60…59…58…57…. Tutti gli altri si misero subito a correre, chi a destra, chi a sinistra e nel giro di pochi secondi, tutti trovarono un buon nascondiglio tranne uno. Era un ragazzino magro, avrà avuto forse la mia età. Girava nel parco in cerca di un nascondiglio, ma non lo trovava. 35….34….33…32, sentiva ancora la voce del suo amico, doveva sbrigarsi. 10…9….8…7, oh no, non trovava proprio niente… senti il suo amico correre verso la sua direzione; c’era solo una cosa da fare: correre molto molto veloce. Corse come un ghepardo ma a un certo punto, si trovò davanti il bosco e li si ricordò di tutte le raccomandazioni che gli aveva sempre fatto sua madre: “Mi raccomando non attraversare MAI il bosco perché è pericoloso”, e le solite cose da mamma super protettiva. Lui in verità, non sapeva perché quel bosco fosse tanto pericoloso; non glielo aveva mai detto nessuno. Non aveva scelta. Così si addentrò nel cupo bosco udendo i passi del ragazzo dietro di lui che si stavano avvicinando. Nel bosco era tutto buio, non si vedeva niente. C’erano alti alberi che catturavano il sole, ma nessun raggio penetrava fino in fondo. Senza via di scampo il ragazzo entrò in una piccola grotta poco distante. La vide solo perché in essa sembravano esserci delle pietre preziose incastonate dentro. In quel momento mi svegliai dal pisolino e il sogno mi sembrava vero. Tutto quadrava: gli amici del nascondino, il bosco pericoloso e quella grotta. Tutto sembrava così reale, e forse lo era veramente.

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