Era il giorno giovedì 30 maggio e la classe 1BL si era diretta sulla riva del fiume Po.
L'evento era stato proposto e organizzato dalle rappresentanti. I professori avevano deciso di assecondare il progetto a patto che ognuno si comportasse in modo decoroso e appropriato. La classe, come sempre, avevo giurato che non ci sarebbero stati problemi a mantenere un atteggiamento equilibrato, anche se immediatamente dopo c'erano stati dei fugaci sguardi e delle risatine negli ultimi banchi.
I ragazzi erano stati autorizzati ad indossare capi d'abbigliamento estivi ed erano stati caldamente invitati a provvedere autonomamente a ciascun problema si fosse loro presentato quale ad esempio maltempo, fame, sete e problemi di altra natura. Come in ogni classe, qualcuno era munito di zaino contenente cibo, acqua, medicine, cerotti e qualsiasi altra cosa, mentre altri si erano ricordati appena di portare se stessi. Durante la mattinata, la professoressa aveva approfittato dell'occasione per spiegare alla classe alcune curiosità sul fiume. I ragazzi più interessati la circondavano e, curiosi, ponevano domande in continuazione. Il fiume scorreva lentamente, l'acqua era sporca e l'ambiente circostante era simile a una palude. Faceva molto caldo e, sulle braccia nude degli studenti, si posavano fastidiose mosche, zanzare e moscerini che pizzicavano la pelle provocando loro un forte prurito. Alex, un ragazzo piuttosto vivace, era già stufo di quell'ambiente umido e paludoso e, dopo l'ennesimo prurito sulla gamba sinistra, interruppe bruscamente la professoressa esordendo con una frase poco educata e piena di rabbia. Tutti si girarono a guardarlo e alcuni risero. L'insegnante gli lanciò un'occhiataccia, ma proseguì senza ribattere. Il malumore di Alex cresceva ogni secondo e stava perfino contagiando gli altri ragazzi. La classe si stava pentendo amaramente di aver chiesto il permesso per partecipare a questo evento.
Verso le 12:00 i ragazzi si diressero in un posto tranquillo, meno umido e paludoso, dove svettava alta l'erba. Il sole filtrava tra i tanti alberi e definiva i fili verdi. Questo luogo fu particolarmente gradito da Alex, che approfittava degli insetti presenti sui fiori per indispettire e impaurire le sue compagne di classe. La professoressa lo notò e, ormai stanca di sopportare l'indomabile Alex, gli diede un ultimo avvertimento. I ragazzi si calmarono e consumarono il pranzo in quella piccola distesa che pareva una prateria. Mezz'ora dopo, l'insegnante riunì la classe per fare ritorno a scuola. Avvertì i ragazzi di prestare attenzione perché sarebbero passati accanto al fiume e nessuno avrebbe dovuto azzardarsi ad avvicinarsi più del dovuto.
Alex, però, cercava di dare una svolta a quella giornata così noiosa così, una volta giunto sulla sponda, spaventò una sua amica che, nel tentativo di non finire in acqua, trascinò a catena tutti gli altri ragazzi, compreso Alex. La professoressa intimò loro di uscire immediatamente dall'acqua per la loro salute e igiene. Ciò era inutile in quanto quasi nessuno trovava divertente nuotare nel fiume, così uscirono furiosi. Si creò una baraonda nel cercare di scoprire chi incolpare e ognuno accusava il compagno che l'aveva trascinato in acqua. Infine la colpa ricadde giustamente su Alex anche se, per colpa della sua immaturità, fu punita l'intera classe con una nota e una sospensione, e la professoressa fu cacciata a causa delle lamentele dei genitori!
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