Oggi siamo rimasti in classe. E' rimasto uno dei tanti, noiosi Giovedì, ma solo per colpa di un nostro compagno di classe: Alex Pittari. Avevamo la possibilità di andare sul Torrazzo.
Non vedevamo l'ora, adesso possiamo solamente vederlo dal basso verso l'alto. Tutti, invece, guardiamo Alex con una faccia quasi d'odio. Una settimana prima la nostra prof. di Italiano, prof. Persico, ci aveva proposto di andare a visitare il Torrazzo. La maggior parte di noi era d'accordo. Ne avevamo discusso a ungo, perché alcuni di noi non approvavano e preferivano andare da un'altra parte. Eravamo finalmente riusciti a convincerli. Il giorno dopo la prof. ci portò i permessi da far firmare entro Venerdì 24 maggio. Anche se alcuni miei compagni non sprizzavano di gioia da tutti i pori, li fecero firmare. Passarono altri giorni fino ad arrivare a oggi. Siamo arrivati tutti in orario a scuola, persino chi aveva il permesso di entrare cinque minuti dopo. Alle otto precise, eravamo tutti davanti alla porta centrale del Manin per andare. Avevamo, e abbiamo ancora adesso indossato una tuta, scarpe da ginnastica, piccolo zaino contenente una bottiglia d'acqua e tanto fiato, per questa infinita scalata. Ci abbiamo messo circa tre minuti per arrivare in piazza de Duomo. Appena arrivati ci siamo fermati un attimo per guardare meglio quell'enorme torre campanaria. Sembravamo nei film di fantascienza, in cui ci sono tutti i super eroi schierati uno di fianco all'altro, che camminano all'unisono e, ad un certo punto, si fermano per osservare meglio il nemico. Ecco, noi eravamo più o meno così. Ci siamo avvicinati per compare i biglietti, quando, ad un certo punto, una mia compagna di classe, Fabiana, notò che Alex stava cominciando a sudare. E' vero: faceva caldo, c'era il sole, ma nessuno di noi sudava così. All'inizio lei non ci ha fatto molto caso, poi, però, ha notato che ha iniziato anche a tremare. Tutti lo guardavamo ed era diventato tutto rosso, era imbarazzatissimo. La prof. gli si è avvicinata e gli ha chiesto cos'avesse. Alex, molto impaurito dalla nostra reazione, disse:" Prof, io soffro di vertigini". E' cominciato un baccano terrificante: alcuni che lo insultavano, altri che lo calmavano, altri ancora che si lamentavano. La prof. ci fece stare tutti zitti e ci disse che dovevamo tornare tutti in classe, perché il preside non l'avrebbe mai lasciato a scuola da solo. Lì subito un'altra mia compagna di classe, Federica, gli si avvicinò e disse:" Ma sei cretino? Perché non l'hai detto prima invece di farci venire tutti fin qui?!". Alex aveva una faccia impaurita, non sapeva che fare. Anch'io avevo qualcosa da dirgli , ma non volevo rincarare la dose, così lasciai perdere. Adesso siamo tutti in classe a fare lezione per colpa sua. L'unica cosa che seppe dire è stata:" E' stato tutto uno spiacevole malinteso".
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