Mi sentivo male … spaesato. Le mani mi tremavano,sudavano ed ero maledettamente nervoso,che quasi non riuscivo a centrare la bocca per mangiarmi quel maledetto boccone di pane. Il ticchettio della piccola sveglia rossa,sopra il lavello della cucina,mi infastidiva. Non riuscivo più a sopportare alcun rumore. Le gocce che cascavano dal rubinetto,frettolose di scendere nel buco dello scarico; Il frastuono della lavastoviglie e perfino il mio stesso respiro affannoso.
Ero fuori di me. "Roberto,calmati!". La routine mi devastava. Niente è peggio della routine. Volevo andarmene,cambiare il lavoro che tanto odiavo. Ma soprattutto volevo cambiare le mie giornate. Sempre così monotone e insignificanti,tanto da farmi sentire un uomo inutile. Sentivo che pian piano dentro me l’adrenalina cresceva. Bevvi un sorso d’acqua,afferrai con un gesto impulsivo il cappotto sulla sedia,presi le chiavi e me ne andai. Non ne ho la più pallida idea di cosa sia successo quel giorno. Mi ricordo solo che ero stressato,stressato come non mai … tutto qui. Ero come depresso,ma appena fuori,una folata di vento mi rimise in sesto. E da lì mi misi a correre. Non so perché correvo,forse ero impazzito. Non sapevo dove sarei andato e cosa avrei potuto fare. Mi diressi verso la stazione e presi il primo treno. Non mi sedetti semplicemente su di una poltroncina, nono mi ci buttai proprio. Dove mi avrebbe portato quel treno,io non lo sapevo assolutamente. Volevo solo scappare dalla mia vita,farmene una nuova,una vita degna di essere vissuta. Il controllore,il biglietto. Ansia. Mi alzai dalla comoda poltrona in pelle blu e mi precipitai verso il bagno. Quel farabutto non doveva beccarmi a nessun costo. Il segugio non doveva percepire la paura che provavo in quell’istante. Riuscì a raggiungere la toilette senza alcuna seccatura … appena uscito,mi ritrovai davanti lui. Era come se tutti i problemi del mondo mi sormontarono addosso. Ed ecco a voi la fatidica frase:” Buongiorno,il biglietto prego.” Avrei tanto voluto non sentire quelle orrende parole. Notò subito la mia faccia spaesata:” Senta,non mi faccia perdere tempo. Se non ha il biglietto me lo dica all’istante.” Riuscì a dire solo:” Il biglietto,ehm,s-s-i dovrei avercelo!”. “DEVE avercelo!”. Caspita,ero proprio nei guai fino al collo. Cominciai a correre da un binario all’altro,inseguito da quell’odioso controllore. I passeggeri mi squadravano che era una meraviglia. Mi sentì una mano bollente toccarmi la spalla. Cercai di divincolarmi,ma ormai non potevo più far niente. Sentì una piccola porta del treno aprirsi. Alcuni fiocchi di neve riuscirono ad entrare e mi si appoggiarono delicatamente sui capelli rossi. Ero talmente immerso e perso ad ammirare quella splendida danza,che non mi accorsi di avere ancora dietro il segugio. Mi scaraventò fuori,sulla neve congelata,senza pietà,senza un minimo di buon senso e di compassione nei miei confronti. Ero furioso. Cominciai a lanciare la neve da tutte le parti,ma poi mi calmai. Rimossi la neve fra barba, capelli e dal cappotto marrone. Cominciai a camminare e a non fermarmi più. Dove sarei andato non lo so. Sapevo solo che volevo cambiare la mia vita,in meglio o in peggio non me ne faceva una piega. Sapevo solo che mi sentivo un verme.
*cominciai a correre da una carrozza all' altra*
RispondiEliminascarico; Il frastuono >scarico, il frastuono
RispondiEliminanono> no no
mi sormontarono> mi sormontassero (è retto da come se + cong.)