Fleur ricorderà quel giorno per sempre. Terrà gelosamente quel ricordo nella sua mente, come si fa con gli oggetti più cari. Non dimenticherà mai il momento in cui, debole per la troppa emozione, trovò quella lettera nella sua cassetta della posta.
" 13 luglio 1995
Mia amatissima Fleur,
ho finalmente trovato il coraggio di scriverti questa lettera. Spero che il ricordo di me non sia scomparso nella tua mente, come non é sparito nella mia.
Rimembro il giorno in cui ci siamo conosciuti: io ero un giovane ragazzo con la passione per la musica e tu una tenera fanciulla dai capelli rossi, forse troppo ingenua per il mondo reale. Giravi per la città con fare confuso e, da gentiluomo quale ero, mi avvicinai e ti domandai se avevi bisogno di aiuto. I tuoi grandi occhi verdi mi scrutavano in modo perso e scintillante. Dal tuo collo una scia di profumo era penetrata in me, mentre le balze della tua veste si muovevano seguendo il vento in quella fresca giornata di aprile. Ricordo che alla mia domanda non rispondesti subito, ma esitasti, per poi dirmi che eri diretta sulla Luna. Questa insolita richiesta mi lasciò senza parole, mi sentii come un pesce fuor d`acqua, ma sapevo benissimo che la mia mossa successiva avrebbe decretato le sorti del nostro incontro. L'idea mi venne per caso, come voluta dal Fato. Ti dissi di incontrarci di notte in quello stesso posto, per portarla in quell'inusuale posto. Dopo aver accettato e avermi regalato uno dei sorrisi più belli della mia vita, te ne andasti. Quella sera misi il mio vestito più elegante. Tu portavi una veste azzurra e avevi raccolto i capelli in un elegante chignon. Ti accompagnai fino all'entrata di un bosco, davanti ad un laghetto. Ricordo che ad un certo punto mi prendesti la mano e me la stringesti forte. Aspettammo un po' finché dalle nubi non apparve la Luna. Essa, riflessa nell'acqua si presentò in tutta la sua bellezza. Tu ti allungasti, come per afferrarla. Ti regalai la Luna quel giorno, e tu ricambiasti con un bacio. Quel momento fatico a dimenticarlo ancora oggi, mia cara Fleur. Eravamo due cuori in uno.
I momenti passati con te sono stati i migliori: le estati, le litigate, le carezze, le uscite in barca, i compleanni, il fidanzamento, tutti i nostri sogni e progetti sul futuro insieme.
Il giorno in cui mi giunse la notizia del mio arruolamento nell'esercito per combattere durante la Seconda Guerra mondiale, stavo venendo a chiederti di passare con me il resto della nostra vita, insomma volevo chiederti di sposarmi. L'idea di morte non si era ancora formata nella mia mente, sono una di quelle persone che pensa che le cose brutte non potranno succedere proprio a lui. Ti lasciai con una promessa: sarei sopravvissuto, ti avrei cercata e ci saremmo sposati, perché il nostro era vero amore.
Ed é stato quello che ho fatto: finita la guerra sono tornato da te, ma la casa in cui vivevi era stata abbandonata. Non avevo nulla di te, oltre ad un medaglione col tuo volto. Domandai a tutti dove potevo cercarti, ma nessuno sapeva aiutarmi.
Ormai, da allora, sono passati tanti anni. Io ora ho una moglie, due figli, e tre nipotini. Anche tu ti sarai creata una famiglia ormai. Tuo marito é un uomo molto fortunato, e i tuoi figli devono essere proprio belli come te, magari con i tuoi stessi capelli rossi.
Non c'é giorno in cui io non ti pensi, mia amata Fleur. Mi piacerebbe poterti riabbracciare di nuovo, sentire per un ultima volta il tuo profumo e, perché no, rivedere ancora la Luna insieme.
Sei stato il mio primo vero amore, non ti scorderò mai. Ti amo ancora.
Per sempre tuo.
Henrick."
Finito di leggere quelle parole, Fleur si portò la lettera al cuore, e si lasciò trasportare da uno straziante e silenzioso pianto liberatorio. Si guardò poi allo specchio: dei capelli rossi ormai non vi era più traccia, colti dall'invecchiamento avevano lasciato spazio a un colore più biancastro. La pelle non era più tanto liscia, ma segnata da rughe qua e là.
Fleur non aveva marito, non aveva figli. Nei suoi occhi verdi era ancora viva la speranza di veder tornare il suo amato Hendrick. Di notte guardava fissa la strada di casa, e sognava di stringerlo ancora forte a sé. Lasciò la lettera sul tavolo e si abbandonò sulla poltrona, mentre le tenebre stavano calando e la Luna era brillante in cielo.
...sono rimasta senza parole! Scrivi veramente molto molto molto bene!
RispondiEliminaGrazie mille Ale! <3
EliminaStupendo! Complimenti,è davvero meraviglioso :)
RispondiEliminaGrazie Ale! Sei davvero gentilissima! :))
Eliminabrava! ben scritto e coerente.
RispondiEliminaGrazie tante professoressa!
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