giovedì 3 gennaio 2013

Era l'unica soluzione.

Che giornata cupa,piovosa,fredda. Mi metteva malinconia. Le strade sembravano tanti specchi d’acqua e i bambini,con i loro stivaletti, andavano a tuffarsi in queste enormi pozzanghere nel mio quartiere.
Io li fissavo dalla finestra di camera mia. Mi divertivano. Ogni volta che li guardavo, sulla mia faccia pian piano nasceva un sorriso. Ma dentro di me morivo. Soffrivo. Non ne potevo più di niente e di nessuno volevo scappare. Volevo prendere il minimo indispensabile e partire senza dire nulla,fare nuove conoscenze , vivere al massimo ogni singolo istante della mia vita. Gli amici dicevano: “ Dai Marta hai 16 anni, basta deprimerti! Ogni giorno sei sempre più triste e noi non sappiamo più come aiutarti … veramente! “ . Ero stanca, di tutti. Delle false amicizie, delle mie relazioni che duravano meno di una batteria di un cellulare. Io stavo male, ecco. Pensavo di essere malata ,o di avere mangiato qualcosa di avariato .In effetti,era un amore amaro che provavo. Che provavo solo io. Dicono tutti che il primo amore non si dimentica. Infatti è così. Stavo sempre da sola ,mi immergevo nei miei pensieri più profondi, pensavo a lui, il ragazzo che mi mancava da morire. Insomma, mi facevo solo del male. Passavo intere giornate a deprimermi con film sdolcinati,libri drammatici. A scuola andavo male, non facevo mai i compiti, non studiavo e rispondevo male ai professori. Avevo altro di meglio da fare. Cosa ovviamente non vera. L’unica medicina per la mia malattia era l’amore. DOVEVO GUARIRMI CON LA STESSA COSA CHE MI AVEVA CAUSATO UN INCESSANTE DOLORE. Beh, ma come fare? Chi mai si sarebbe innamorato di una come me? Chi? E proprio mentre pensavo, mi arrivò un messaggio sul cellulare. Lo guardai. Era il mio migliore amico,Gio. Lui era il mio unico vero amico, avevo voglia di vederlo. Dopo che la mia relazione di un anno con Luca era finita, io e Gio non ci sentivamo più. O meglio, ero io che lo evitavo. Mi chiamava ogni giorno e io rifiutavo le sue chiamate una a una. Volevo starmene sola. Avevo bisogno di pace e tranquillità. Ormai era passato un mesetto dalla mia rottura. Quel giorno decisi che avrei dovuto dare uno strappo alla regola. Gio mi aveva scritto: “ Ehy Marty mi manchi tanto. Non m’importa se non mi vuoi vedere,io fra 5 minuti sono a casa tua. Devo dirti una cosa molto importante.” Risposi con un “ok”. Non sembrava,ma ero felice e preoccupata allo stesso tempo. Pensavo che si fosse arreso. Dopo tutti i messaggi senza risposta, le chiamate rifiutate. Ormai pensavo che non mi volesse più bene. Invece no, ecco il campanello che suonava. Era Gio, era qui a casa mia! Piansi per la gioia e lo abbracciai. Lui mi disse che era felicissimo di vedermi e io ricambiai. Parlammo tantissimo di noi,di tutto. Guardammo la tele per almeno 2 ore, mangiammo a più non posso. Sembrava un giorno perfetto. Un giorno che all’inizio non prometteva nulla di buono. Insomma,il temporale,la pioggia,il freddo,il cielo grigio. Con Gio,invece, tutto si trasformava in positivo. Era il migliore. Ad un certo punto mi ricordai del messaggio e gli chiesi cosa mi doveva dire di tanto importante e lui mi disse:” Giusto! Senti Marta, sei la mia migliore amica lo so bene, ma non posso fingere. Io provo per te qualcosa più dell’amicizia.” Io ero al settimo cielo. Mi sarebbe piaciuto veramente tanto stare con Gio e non sentirmi più avvolta dalla solitudine. Lo conoscevo da quando eravamo  piccoli e anche se non lo amavo, dopo tutto mi piaceva. Mi piaceva come persona, mi piaceva come migliore amico e mi sarebbe piaciuto anche come fidanzato. “Ecco Marta … ehm … tu mi piaci !”. Io non risposi,mi limitai solo ad abbracciarlo commossa e a non lasciarlo più.

“Come sarebbe bello potersi dire che noi ci amiamo tanto, ma tanto da morire e che qualunque cosa accada noi ci vediamo a casa”
-Dolce Nera
 Rosso com'è il sangue,rosso com'è l'amore.

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