domenica 20 gennaio 2013

Posta...

Giugno 1944
Persino nel piccolo borgo in cui Rosa abita con la sua famiglia è arrivata la guerra: soltanto tre mesi prima due signori tutti elegati e con uno strano disegno sulla manica della giacca sono venuti a prendere il suo papà. Rosa ha chiesto alla mamma dov'è andato e perchè non torna da lei e da i suoi fratelli; lei le ha risposto che il papà è dovuto andare ad aiutare quei bizzarri signori a fare un lavoro difficile.
Rosa però vede che la mamma è sempre agitata, quando racconta la fiaba della sera a lei e a Martino la sua voce è preoccupata; durante il giorno poi non permette a nessuno dei bambini di uscire di casa e controlla quasi ossessivamente la posta. Ogni tanto trova una lettera e la legge sorridendo, con espressione sollevata; ma quando finisce di leggere l'angoscia si fa spazio sul suo viso ancora più di prima.
 Rosa vorrebbe leggere anche lei quelle lettere ma ha solo cinque anni e non lo sa fare, però la mamma non le fa vedere nemmeno a Maria che è grande.
Oramai è quasi un mese che non arriva nessuna lettera alla mamma e  lei è terrorizzata, come in attesa di un'imminente tragedia.
Spesso arrivano a casa loro delle signore del paese tutte vestite di nero; la mamma allora  manda i bambini tutti nell'altra stanza e chiude la porta. Loro sentono quasi sempre solo i pianti disperati delle donne e si chiedono se anche quelle donne sono così tristi perchè non arriva nesssuna lettera nemmeno a loro.
Rosa non capisce tutta questa disperazione, magari il postino è malato ma non le sembra un motivo valido per disperarsi così; lei è piccola e non riesce a capire quello che i suoi fratelli più grandi sono riusciti a comprendere e nessuno le spiega niente.
Un giorno caldissimo di fine giugno la mamma entra in casa con una busta in mano, la poggia sul tavolo e si fa il segno della croce. Tremando prende la busta, la apre e comincia a leggerla.
vi sono vergate solo poche parole ma alla fine la mamma si lascia cadere su una sedia e comincia a piangere disperatamente portandosi le mani sul viso.
Maria prende im braccio la piccola Rosa e, con voce incrinata dal pianto le sussurra:
-Adesso papà è andato a fare compagnia agli angeli.-

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