domenica 13 gennaio 2013

Sperando che torni

Bobby se ne stava accovacciato sul marciapiede davanti a quella grigia e vecchia casa di Londra, aspettando.
Aspettare, da un anno non faceva altro che aspettare.
Su quel marciapiede, senza mai entrare in casa.
Bobby ne aveva passate di tutti i colori, gelidi inverni, afose estati... ma lui impassibile restava al suo posto, in silenzio.

Qualche volta, capitava che per compassione dei passanti gli offrivano (per meglio dire, ‘‘buttavano’’) del pane o della carne, vedendolo ogni giorno lì seduto, ad aspettare.
Quando arrivava la notte con gli occhi socchiusi pareva che dormisse, ma ogni volta che sentiva dei passi avvicinarsi lui apriva di scatto gli occhi e quando si rendeva conto che era solo qualche vagabondo, come deluso, richiudeva gli occhi.
Quella mattina, una vecchia signora dai grigi capelli, aveva fatto denuncia, aveva chiamato i vigili per portar via Bobby, siccome era da mesi che se ne stava davanti alla casa 17C.
Lo portarono via, in una stanza dove c’erano tanti cani che ringhiavano, affamati, assetati e privi di amore. Quello non era il suo posto, pensava, infatti quella notte scappò.
La sera del 31 dicembre lo trovarono sul marciapiede, davanti a quella grigia e vecchia casa di Londra, ad aspettare.
Pian piano le stelle cominciarono a brillare e, la timida luna si fece sempre più alta.
E Bobby non sapeva. Non sapeva che il suo padrone non sarebbe mai tornato, ma continuava ad aspettare. L’unica che non l’avrebbe mai abbandonata era la speranza e ci diventò presto amico.

Semplicemente per dire che ognuno di noi spera che qualcosa o qualcuno ritorni.
Ho usato come protagonista un cane, pensando al cane di mio fratello che è scappato qualche mese fa.
Ancora oggi mi addormento sperando che possa tornare, prima o poi...

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