domenica 20 gennaio 2013

Scripta manent



Le parole scritte rimangono per sempre. Se le offese dette durante una accesa litigata volano via, le parole scritte, per esempio, in una lettera d’addio, una diffamazione pubblicata su carta rimangono.
Le parole scritte sono quelle che fanno più male, quelle scritte con determinazione su un foglio, a lungo pensate, parole decise, che non si cancellano. Se una volta si poteva fare a pezzi una lettera sconvolgente, se una volta si poteva cercare di buttare su un falò tutte le edizioni di un libro proibito, oggi ai tempi di internet le parole scritte sembrano eterne, in grado di moltiplicarsi con un ‘mi piace’ o ‘condividi’ all’infinito. Le parole scritte oggi sembrano fuori controllo.
Le parole scritte, quando le rileggi all’infinito, sono in grado di protrarre sensazioni di felicità e di dolore, anche quando normalmente questi effetti sarebbero già svaniti, scritte così chiaramente ti spezzano il cuore e ti svuotano l’anima ancora ed ancora.
Una lettera può contenere così tanto dolore …
A volte non pensiamo all’importanza delle parole, al loro ordine e di come possono influire sullo stato d’animo di chi le ascolta o le legge, rinchiudiamo tutti i nostri pensieri in un foglio, il nostro addio, che possa rimanere per sempre anche quando le emozioni sotto forma di parole non potranno più uscire dalla nostra bocca.
Un segreto la cui rivelazione viene annunciata per lettera, una tragedia comunicata per iscritto oppure gli insulti pubblicati sulla piazza pubblica di Facebook, parole scritte più o meno con leggerezza, possono causare ferite troppo profonde, spingere alla morte.
Parole che uccidono.

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