giovedì 28 aprile 2011

SOLIDALE PER UN GIORNO

Pasqua è passata e l’epoca dei fioretti è ormai finita, tutti ritornano a mangiucchiare cioccolatini e deliziarsi con gommose e zuccherine caramelle.
Tutti sembrano aver ripreso i ritmi quotidiani già dal giorno di pasquetta, ma io studentessa, non sono ancora tornata al mio “posto di lavoro”.


Non sopporto aspettare che la noia si posi su di me come il velo di polvere sui suppellettili del mio salone color rosa pesca, così ho deciso di fare un fioretto, tanto per impegnare il mio tempo in qualcosa.
Attenzione, è un fioretto speciale, perché dura solamente un giorno, la premura del giorno è… essere solidale con tutti, o almeno provare ad esserlo.
S O L I D AR I E T A’ : parola non nuova, eh!
Nell’anno scolastico 2010-2011 è il vocabolo più udito dalle mie orecchie, il più memorizzato nel mio cervello e quello più” inculcato” nella mia memoria.
Anche una maestra, dei periodi dittatoriali, si sentirebbe umiliata e schifosamente sconfitta dal piccolo numero che ha ripetuto gli slogan propagandistici ai suoi scolari in confronto all’interminabile numero di volte in cui la mia prof. ha ripetuto la parola solidarietà alla mia classe.
Dopo tutti questi buoni propositi non mi rimane che uscire di casa e mettere in pratica ciò; sorpasso l’uscio di casa e chiudo la porta dietro di me , quindi mi avvio verso i gradini e penso… che cos’ è la solidarietà?
Caspita pensavo di saperlo, ma ammetto che se qualcuno me lo chiedesse in questo momento non saprei proprio come rispondergli.
Non posso essere solidale se non so nemmeno dire cos’è con parole semplici e concise. Ho una vaga idea, ma al momento non riesco ad esprimerla. Mi siedo sui gradini, incrocio le braccia e comincio a pensare alle numerose volte e circostanze in cui questa parola è stata detta e ridetta, urlata ed espressa come rimprovero dalla mia prof.
Quasi sempre, in tali situazioni, si recriminava e sottolineava la mancata attenzioni verso un compagno, sia esso maschio o femmina. Quest’attenzione è da sminuzzare in tanti altri piccoli significati che reclamano in modo evidente le qualità che assentano nella nostra classe.
Una classe bisognosa di compagni pronti a sacrificare il loro carattere orgoglioso per lasciare spazio e dare respiro alle critiche dei compagni, senza temere reazione rabbiose da entrambi queste parti, ma al contrario un cambiamento costruttivo e maturo.
Penso che essere solidali con gli altri voglia dire, in qualche maniera, aiutarli nelle difficoltà e non prendere a martellate coloro che si ritrovano nella situazione in cui manca un solo piede per cadere completamente nella fossa.
A questo punto deduco che i sinonimi di questa parola possano essere: aiuto, accordo, unione, partecipazione, assistenza… e chi più ne ha più ne metta!
Così, pensando e riflettendo, mi rendo conto che la solidarietà non è facile da utilizzare verso il prossimo,come una cosa spontanea e di abituale uso,ma come ogni disciplina deve essere allenata.
Nonostante ciò ritengo che sia come andare in bicicletta , una volta che impari non lo puoi dimenticare; oggi comincerò a fare attenzione ai miei atteggiamenti e chissà se domani sarò di poco migliorata..?
La solidarietà è l’umiltà di ammettere i propri sbagli e far sì di rimediarli, senza che qualcuno li paghi al posto tuo.
Mi alzo dai gradini e piena di entusiasmo scendo al piano terra,sono pronta a varcare la porta che mi metterà subito alla prova, ora mi trovo in strada e comincio a pedalare verso la solidarietà.

4 commenti:

  1. Articolo originale e divertente!
    Mi piace! :)

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  2. perchè essere solidali SOLO per un giorno?

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  3. rispondo a margherita: ovviamente non volevo porre un limite al numero di giorni in cui poter esprimere solidarietà verso qualcuno...ma penso che sia importante iniziare da poco per poi riuscire a sfidare qualcosa di più grande, difatti noi 2a B non ne siamo che testimoni; spesso quando vogliamo fare due passi in una sola volta ci ritroviamo a doverne fare tre indietro.. l'espressione "per un giorno" non è che un modo per avviare il percorso solidale, ma non per interromperlo...infatti nelle ultime righe ho detto che ci si deve allenare per riuscire a far propria questa qualità.

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  4. ti ringrazio per la comprensione...

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