Di che si parla? Accidenti! Si parla di un campo minato dove micce cariche di esplosivo scoppiano con un semplice soffio e profondi legami si spezzano con sentimenti di disprezzo e ribellioni sfrenate.
È già state proprio pensando bene, qui si parla di genitori e figli o di figli e genitori.
Si parla di rabbia, di rimpianti, di discussioni, di delusioni, di amarezze, di soddisfazioni,di battaglie e di alleanze, di difficoltà e di vittorie … insomma di tutto quello che può far crollare e destabilizzare il così detto rapporto di equilibrio che telegiornali e scontati show televisivi trattano come un semplice argomento alla portata di qualsiasi bocca.
Odio accendere la televisione e sentire i programmi, spesso seguiti dal pubblico femminile nell’orario pomeridiano, in cui le conduttrici, a mio parere avventate e parecchio impreparate, si avventurano nel dare giudizi e trarre conclusioni sui rapporti tra i figli e i loro genitori. Nei dibattiti non si sente che dire che i giovani d’oggi non hanno la testa sulle spalle, non si prendono le proprie responsabilità in prospettiva a un futuro migliore e non seguono più i consigli dei genitori. Dunque tutti i giovani fanno parte di unico grande branco di ribelli senza ragione che riempiono le loro giornate gozzovigliando nei bar; in tal modo diventa chiaro che i giovani, classificati come dei disgraziati, si piazzano in un piano di assoluto torto nei confronti dei genitori che diventano i santarelli della situazione.
Penso: di sicuro chi dice e sostiene tutto ciò non ha mai letto i capitoli 9°-10° de “I Promessi Sposi” o prestato adeguata attenzione ai controversi sentimenti e soprattutto desideri che le due parti (Gertrude e il padre) avevano per il futuro.
Io li ho letti e mi sono lasciata trasportare in prima persona dall’angosciante situazione accaduta all’epoca. Ovviamente parteggiavo per Gertrude, poi nominata nel romanzo come monaca di Monza, perché durante la lettura sono riuscita a ritrovarmi nei sentimenti e ansie provate da questa donna, che per far piacere o meglio ancora accontentare l’egoista e viscido padre firma la sua condanna a morte. Difatti Gertrude facendosi monaca rinuncia alla sua vita, abbandona qualsiasi progetto e piacere che la potesse portare a provare una qualunque forma di felicità.
Odio le persone che si avvalgono della loro superiorità per costringerne altre a vestire abiti indesiderati, (e per abiti non intendo dire solo i vestiti che si indossano ma anche le posizioni scomode che ci vengono in qualche maniera imposte nella vita… ) come non sopporto chi ostacola i sogni nel cassetto di altri pur di avverare i propri.
Ai tempi di Gertrude era veramente difficile ribellarsi ai genitori, attirare la loro attenzione e ottenere un loro consenso in un determinato ambito, ma non si può nemmeno dire che ciò sia di tanto cambiato nel 2011. Giovani ragazze vengono uccise dai loro padri con l’accusa di vivere troppo all’occidentale;frequenti sono anche le realtà in cui le forti ambizioni personali dei genitori vengono sfogate sui figli destinati ad essere stressati fin quando non si conseguono i risultai pretesi.
Non riesco a comprendere le persone che ignorano la diversità di base che caratterizzano ogni individuo o che si vergognano dei figli perché troppo diversi da loro. È molto più facile avere in comune dei difetti piuttosto che dei pregi con un genitore, questo perché le passioni di uno possono essere simili a quelle dell’altro ma mai identiche.
A casa mia gli scontri non sono mai mancati, non mancano e non mancheranno mai; è quasi impossibile ammettere che gli scambi di idee con i miei genitori siano sempre stati costruttivi, questo a causa di discussioni a volte eccessivamente aggressive e animate da un tono di voce troppo alto, talvolta capaci di impedire un pacifico e rilassato chiarimento.
Ancora più agghiacciante è il silenzio, a volte durato qualche settimana tra me e i miei genitori, in particolare con mio padre. Tra me e lui è sempre stato complicato parlare e accettare le nostre diversità, fin da piccolina ho sostenuto con lui dialoghi piuttosto accesi che mi hanno aiutato a formarmi un carattere abbastanza risoluto; mi ha sempre insegnato a non avere peli sulla lingua e a non farmi abbindolare dalle belle, ma false parole. Le sue lamentele sono rivolte alle mancanze che lui riscontra in me pensando al suo passato da giovane. Mi infastidisce parecchio sentirlo lamentare di me con altra gente e spesso alcuni suoi giudizi mi hanno incollerito.
Nulla è insuperabile, soprattutto quando si parla di problemi che caratterizzano il critico ed incontentabile periodo dell’adolescenza. Le incomprensioni, frutto di differenti opinioni sulla realtà e di aspirazioni per il futuro, tra figli e genitori non rappresentano che uno dei primi ostacoli da affrontare per imparare a relazionarsi con chi nella vita non la pensa come noi.
un po' di serenità... non bisogna sempre lottare all'arma bianca!
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RispondiEliminaooops mi sono auto eliminata il commento.... comunque avevo scritto:
RispondiEliminami accorgo di essere un pò troppo pessimista, ma a volte stare sulla difensiva mi aiuta a mantenermi sempre in allerta.. proverò ad essere un pò più positiva ed ottimista.. :)