sabato 16 aprile 2011

QUALCOSA DI ANCORA UTOPISTICO

Un po’ più larga e un po’ più lunga , un po’ più pulita e molto meno impolverata, un po’ più colorata e un po’ meno graffita di sciocchezze … oppure un po’ più stretta e un po’ più alta, più solare e meno ombrosa… Aiuto! Che scelta! La classe come la vorrei io è il più misto impasto della più brillante fantasia condita con la più folle pazzia che può avere un adolescente in pieno ritmo di crescita esteriore, e si spera anche interiore.
Dopo tutti questi superlativi la mia idea di classe non diventa che una macchia di colore in un buco che giornalmente io e miei coetanei riempiamo avendo la consapevolezza, ma non certezza, che sia giusto così. Ogni essere umano,identificato nella fascia di età che varia dai 6 ai 18 anni, sa che quando si alza dal letto ogni benedetta mattina non potrà mai vivere l’esperienza straripante di adrenalina della gazzella del deserto africano, ma piuttosto sottoporsi al nauseante percorso che collega la sua abitazione all’edificio scolastico. Ammetto che il tragitto da me fatto alle 7.40 del mattino è senza dubbio più sicuro e tranquillo rispetto a quello movimentato della già menzionata gazzella che si sveglia alle prime luci dell’alba per superare il duro ostacolo della morte. Scappare da un predatore per vivere può diventare stressante almeno quanto doverlo essere per sopravvivere. I miei compiti non sono cercare quattro topi e due lucertole per merenda, ma a volte preferirei ficcare le “zampe” nella tana di una civetta piuttosto che estrarre il diario dallo zaino. Non è facile vivere l’impegno della scuola, tanto meno quello di una classe, soprattutto quando ti vengono a mancare le motivazioni; la gazzella non si porrà mai questo problema se non quando deciderà di suicidarsi. È arduo riuscire a dialogare e comprendere coloro che sono esattamente il contrario di te, per cui i tuoi stimoli sono i loro freni e le tue ambizioni l’ultima delle loro aspirazioni. Non sopporto le classi scelte e fatte su misura, dove tutti vanno d’amore e d’accordo e si raccontano tante favole; mi piacciono, invece, le classi composte da persone che amano il confronto anche se spesso sono io stessa ad non esserne all’altezza. Crescere insieme al giorno d’oggi è sempre più difficile, non si hanno più i veri e vecchi modelli, i così detti idoli, ma si preferisce prendere esempio da quel tipo di genere umano senza cervello e rassomigliante ai manichini svestiti di un negozio se non fosse per l’uso della parola, disgraziatamente a loro concessa(vedi i partecipanti dei reality show come il Grande Fratello). È utopistico costruire una generazione tutta con gli stessi sani principi, ma è fondamentale che in una classe vi sia la capacità e la volontà di essere diversi, riuscire a distinguersi per i pregi e per i difetti, far esaltare le proprie caratteristiche e esporre i propri obbiettivi nel limite di un confronto pacifico e rispettoso. Non si deve aver paura di parlare, è atroce rimanere con il dubbio di una domanda non fatta e una risposta non ricevuta, ma non dobbiamo neanche farci lasciar scappare l’occasione di stare zitti quando ne arriva il momento. Il continuo esercizio permette a chi si esercita di riuscire nel suo intento.

1 commento:

  1. la tentazione di diventare leone davanti a un branco di gazzelle a volte è molto forte... soprattutto se le gazzelle fanno di tutto per dormire invece di correre!

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