venerdì 8 aprile 2011

I giovani e l'arte: due mondi opposti?

“Ogni autentica opera d'arte, anche la più piccola, è come un mondo: uno spazio ben disposto e ricolmo di significati in cui si può entrare guardando, ascoltando, muovendosi.” Romano Guardini.

“Parlando con proprietà: la bellezza dell'opera consiste in ciò che sfugge a qualsiasi definizione del critico.” Nicolás Gómez Dávila

Queste due citazioni, secondo me, dovrebbero rappresentare la filosofia con la quale avvicinarsi alle opere d’arte.
Si dice sempre che ai giovani non piace l’arte, ma non è detto che sia sempre così.
Certo, sapendo che di ogni opera dovremo sapere ogni minimo particolare, anche il più insignificante, all’idea di scoprirne una nuova non impazziamo di gioia.
Forse, l’arte non viene apprezzata dai giovani perché viene collegata ad una materia scolastica.
Ma chi ha deciso che un’opera d’arte debba essere vista sempre con gli occhi di qualcun altro? Nessuno. Siamo noi che ce lo imponiamo, con la convinzione che sia giusto così. In realtà non lo è affatto.
Penso che l’interesse verso un’opera d’arte(come tutte le altre cose: musica, paesaggi…) nasca in modo istintivo: è così, piace e basta.
Quando ci imponiamo di pensare con i concetti dei critici, sopprimiamo questo istinto e di conseguenza anche l’interesse per un’opera.
Al contrario, bisognerebbe lasciar correre questo istinto e cercare di mettere da parte il resto.
Non è necessario dimenticare le informazioni “scolastiche”, ma vanno distinte da ciò che è la propria opinione personale.
Sicuramente ci sono altre cose che interessano di più i giovani, perché più vicine a noi, però guardarsi intorno non nuoce alla salute, specialmente con un patrimonio artistico vasto e ricco come quello dell’Italia. Se cresce l’interesse, è molto probabile che le opere d’arte italiane vengano meglio conservate per dare a tutti la possibilità di conoscerle.

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