La Sicilia rappresenta una desiderata meta di vacanze estive per molte famiglie italiane, una dolce ispirazione derivante dal caldo sole che scalda le menti per poeti dalla penna analitica e l’ambito paesaggio attraente quanto un sinuoso corpo di modella per romantici artisti.
La regione siciliana di oggi è il risultato di secoli e secoli di storia, di civiltà che si sono susseguite nell’abitare questo territorio e che hanno sempre lasciato la loro impronta in campo architettonico, pittorico e ingegneristico. Nulla è da sottovalutare in questa vasta isola; ogni città, ogni paesino, ogni centimetro di terra è carico di una sua storia capace di affascinare qualsiasi visitatore. Difatti i numerosi turisti che ogni anno popolano le spiagge sicule, compongono lunghe file fuori dai musei o si siedono volentieri alle tavole di pasticcerie e ristoranti, pronti ad abbandonare per qualche istante l’ansia di ingrassare, sono testimonianza del carattere internazionale che sta rivestendo la Sicilia. Ogni città vanta come protagonista almeno un edificio meritevole di attenzione, come per esempio: nella città di Agrigento vi è la Valle dei Templi, zona dove sorgono tempi di differente datazione e stile ma purtroppo non tutti in buone condizioni; sia Siracusa che Taormina ospitano un teatro greco che ahimè, guardando foto su internet e leggendo commenti di turisti, sono sprovvisti di locandine o cartelli che permettano al visitatore di informarsi sul secolo o modifiche arrecate al monumento. Quello che voglio sottolineare è la rinomata negligenza ed eclatante pigrizia che spesso hanno gli italiani nella cura di ricche ed appassionanti opere d’arte che decorano ogni città d’Italia e che difficilmente si possono paragona a quelle di paesi esteri, a mio giudizio meno avvincenti. Infatti parecchie città nella nostra penisola vivono grazie al turismo che in ogni stagione dell’anno affolla musei, parchi naturali, edifici di interesse culturale ed artistico. È davvero sciocco ed irresponsabile non aver cura di luoghi che sono talmente fruttuosi per le tasche dello Stato e quindi dei cittadini stessi. Non approfittare della ricchezza ereditata nel corso dei secoli vuol dire non apprezzare e valorizzare l’ importanza del nostro patrimonio culturale. Fortunatamente no si può fare di tutta l’erba un solo fascio poiché la cittadina di Noto, dichiarata patrimonio dell’umanità, a causa di una scossa di terremoto ha assistito al crollo della sua cattedrale, perla del barocco, e partecipato in pochi anni alla ricostruzione di questa. La chiesa è etichettata come un gioiello dell’architettura del ‘700 dedicata a San Nicolò. La cattedrale è stata riedificata seguendo un principio conservativo dell’originale, non sono state fatte modifiche né alla planimetria né alle decorazioni interne ed esterne. La distruzione risale al 13 marzo 1996 mentre la sua ricostruzione e il termine dei lavori nel 2003. I lavori, effettuati dagli stessi cittadini di Noto, sono stati lunghi a causa della drammatica situazione di sole macerie,ma la precisione di esecuzione e la forte volontà hanno permesso che agli occhi dei turisti si presentasse ancora il bianco capolavoro di stile barocco. La Sicilia, come anche il resto dell’Italia, stima un immenso valore archeologico, monumentale ed ambientale; è importante non dimenticarlo per non perderlo.
Brava Rosalba! Argomentato ed efficace, purtroppo molti sono i punti negativi da evidenziare in Sicilia!
RispondiEliminaLo sai che io ho abitato in Sicilia un anno quando ero piccola e che mio padre ha lavorato 10 anni a Palermo? E così conosco bene i posti che descrivi. Io ho visto la cattedrale di Noto ancora crollata!
RispondiEliminaBen scritto il tuo articolo. Brava. :)
mi piace come scrivi! complimenti
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