Il
mio disgraziato fratello ha sempre avuto tante pretese nella vita, e da piccolo
non mi lasciava mai in pace a volermi raccontare tutte le sue storie e sogni di
ragazzo. Io non sapevo neanche di cosa parlasse, ma per calmarlo facevo quella
funzione di ascoltare i suoi discorsi e applaudirlo, in quanto ero il fratello
minore.
PER ASPERA AD ASTRA Classe I B LINGUISTICO Liceo Ginnasio Statale"DANIELE MANIN" CREMONA. (ex allievo agente daniele manin agente blogger)
sabato 31 agosto 2013
Vivendo tra i libri.
Presto sarebbe volato
via pure quello stupido febbraio e il vecchio Alex si sentiva profondamente
infelice ma in modo distaccato come se la sua vita appartenesse - sensazione
fin troppo tipica e cruda ne convengo - a qualcun altro.
Il Signore del Bosco
In
mezzo a un fitto bosco, un castello dava rifugio a quanti la notte
aveva sorpreso in viaggio: cavalieri e dame, cortei reali e semplici
viandanti.
venerdì 30 agosto 2013
Forse morto
L'altro giorno, esaminando le mie carte, ho trovato nello scrittoio la copia di una lettera, spedita da circa un anno ad un vecchio compagno di scuola. Non é che fosse un amico stretto, anzi, a malapena ci parlavamo. Mi scrisse a Dicembre.
giovedì 29 agosto 2013
La scomparsa dell'uomo
La notte del 30 agosto 2039 un'ondata di caldo eccezionale soffocava gli Stati Uniti. Il termometro a New York segnò quarantadue gradi. A mezzanotte tutte le docce della città emisero un ululato di agonia e il rantolo delle tubature annunciò che l'erogazione di acqua era sospesa fino alle otto di mattina.
Ma ormai, era un mese che non pioveva in tutto il mondo e gli abitanti di New York erano abituati al caldo soffocante dell'estate.
Per mesi e mesi non riuscirono più ad avere l'acqua per lavarsi, per cucinare e neanche per bere perché i laghi e i fiumi si erano totalmente prosciugati. Quindi, morirono anziani, bambini, donne e uomini in tutta la Terra. L'uomo scomparve. Di lui nessuna traccia. Dominava il silenzio. Più nessun rumore di clacson, fabbriche e televisioni accese.
100 anni dopo a New York.
Sembra impossibile, ma la Grande Mela non si riconosceva più. Sommersa dalle piante, sembrava essersi trasformata in un'immensa foresta.
Broadway, illuminata dai giganteschi cartelli pubblicitari, dai numerosi fari delle auto e dagli infiniti negozi sempre aperti, ora si riconosce a malapena. Ad illuminarla, solo i deboli raggi del sole in tardo pomeriggio.
I muri dei grossi palazzi, teatri e supermercati erano completamente scrostati, avevano perso la loro lucentezza, la loro vivacità ed enormi edere popolavano gli edifici.
I tanti grattacieli di Manhattan non resistettero per molto e gli tsunami provocarono crolli a catena di edifici e monumenti.
L'enorme Central Park si trasformò in una vera e propria giungla: erba altissima, piante con foglie gigantesche, insetti ovunque e cominciarono a trasferirsi quaggiù anche gli animali, come tigri, zebre ed elefanti, scappati dagli zoo ormai dimenticati.
I frenetici luna park, con le montagne russe più divertenti del mondo, ora erano cumuli di rottame arrugginito in mezzo ad una fitta vegetazione.
Della famosissima Statua della Libertà rimase solo la piattaforma su cui era appoggiata ed una parte del piede destro. Del lunghissimo Ponte di Brooklyn e dell'Empire State Building nemmeno la traccia.
Insomma, della città più famosa del mondo rimasero solo monumenti e palazzi distrutti.
Forse, la scomparsa della nostra specie è la cosa che ci spaventa di più, ancor più della morte, anche se, supponiamo che fra milioni di anni gli uomini potranno essere vittima di numerose catastrofi naturali.
Ma ormai, era un mese che non pioveva in tutto il mondo e gli abitanti di New York erano abituati al caldo soffocante dell'estate.
Per mesi e mesi non riuscirono più ad avere l'acqua per lavarsi, per cucinare e neanche per bere perché i laghi e i fiumi si erano totalmente prosciugati. Quindi, morirono anziani, bambini, donne e uomini in tutta la Terra. L'uomo scomparve. Di lui nessuna traccia. Dominava il silenzio. Più nessun rumore di clacson, fabbriche e televisioni accese.
100 anni dopo a New York.
Sembra impossibile, ma la Grande Mela non si riconosceva più. Sommersa dalle piante, sembrava essersi trasformata in un'immensa foresta.
Broadway, illuminata dai giganteschi cartelli pubblicitari, dai numerosi fari delle auto e dagli infiniti negozi sempre aperti, ora si riconosce a malapena. Ad illuminarla, solo i deboli raggi del sole in tardo pomeriggio.
I muri dei grossi palazzi, teatri e supermercati erano completamente scrostati, avevano perso la loro lucentezza, la loro vivacità ed enormi edere popolavano gli edifici.
I tanti grattacieli di Manhattan non resistettero per molto e gli tsunami provocarono crolli a catena di edifici e monumenti.
L'enorme Central Park si trasformò in una vera e propria giungla: erba altissima, piante con foglie gigantesche, insetti ovunque e cominciarono a trasferirsi quaggiù anche gli animali, come tigri, zebre ed elefanti, scappati dagli zoo ormai dimenticati.
I frenetici luna park, con le montagne russe più divertenti del mondo, ora erano cumuli di rottame arrugginito in mezzo ad una fitta vegetazione.
Della famosissima Statua della Libertà rimase solo la piattaforma su cui era appoggiata ed una parte del piede destro. Del lunghissimo Ponte di Brooklyn e dell'Empire State Building nemmeno la traccia.
Insomma, della città più famosa del mondo rimasero solo monumenti e palazzi distrutti.
Forse, la scomparsa della nostra specie è la cosa che ci spaventa di più, ancor più della morte, anche se, supponiamo che fra milioni di anni gli uomini potranno essere vittima di numerose catastrofi naturali.
COME TI CAMBIA LA VITA
Presto sarebbe volato via pure quello stupido febbraio e il vecchio Alex si sentiva profondamente infelice ma in modo distaccato come se la sua vita appartenesse - sensazione fin troppo tipica e cruda ne convengo - a qualcun altro.
UNA GRANDE PASSIONE
- Presto sarebbe volato via pure quello stupido febbraio e il vecchio Alex si sentiva profondamente infelice ma in modo distaccato come se la sua vita appartenesse - sensazione fin troppo tipica e cruda ne convengo - a qualcun altro.
L'UNIONE TRA UOMINI
La notte del trenta agosto 2039 un'ondata di caldo eccezionale soffocava gli Stati Uniti. Il termometro a New York segnò 42 gradi; a mezzanotte tutte le docce della città emisero un ululato di agonia, e il rantolo delle tubature annunciò che l'erogazione di acqua era sospesa fino alle otto di mattina.
mercoledì 28 agosto 2013
Sicily
Presto sarebbe volato via pure quello stupido febbraio e il vecchio Alex si sentiva profondamente infelice ma in modo distaccato come se la sua vita appartenesse -sensazione fin troppo tipica e cruda ne convengo- a qualcun altro...
Marco
La notte del trenta agosto 2039 un'ondata di caldo eccezionale soffocava gli Stati Uniti. Il termometro a New York segnò quarantadue gradi; a mezzanotte tutte le docce della città emisero un ululato di agonia, e il rantolo delle tubature annunciò che l'erogazione di acqua era sospesa fino alle otto di mattina.
martedì 27 agosto 2013
Benjamin
"Il mio disgraziato fratello ha sempre avuto tante pretese dalla vita, e da piccolo non mi lasciava mai in pace a volermi raccontare tutte le sue storie e sogni di ragazzo. Io non sapevo neanche di cosa parlasse, ma per calmarlo facevo quella funzione di ascoltare i suoi discorsi e applaudirlo, in quanto ero il fratello minore.
lunedì 26 agosto 2013
sotto il letto
- Quando lo vidi per la prima volta, Terry Lennox era ubriaco in una Rolls Royce fuori serie, di fronte alla terrazza del "Dancers".
sabato 24 agosto 2013
I bambini del molo.
"Children,
don't play with children you don't know":
ogni mattina le stesse parole, in tono più lamentoso che autorevole,
e che la vastità della spiaggia inghiottiva
Chi la fa, l'aspetti!!!
Il mio disgraziato fratello ha sempre avuto tante pretese nella vita, e da piccolo non mi lasciava mai in pace a volermi raccontare tutte le sue storie e sogni di ragazzo. Io non sapevo neanche di cosa parlasse, ma per calmarlo facevo quella funzione di ascoltare i suoi discorsi e applaudirlo, in quanto ero il fratello minore.
venerdì 23 agosto 2013
Occhi verdi
Quando lo vidi per la prima volta, Terry Lennox era ubriaco in una Rolls Royce fuori serie, di fronte alla terrazza del "Dancers", uno dei locali notturni stile anni '80 nella periferia di New York.
Lettera
L'altro giorno, esaminando le mie carte, ho trovato nello scrittoio la copia di una lettera, spedita da circa un anno ad una vecchia compagna di scuola.
giovedì 22 agosto 2013
Prima della partenza non avevo capito la sua importanza
Mi sento sempre attratta dai posti dove sono vissuta, le case e i loro dintorni.
Il calcio
Il mio disgraziato fratello ha sempre avuto tante pretese nella vita, e da piccolo non mi lasciava mai in pace a volermi raccontare tutte le sue storie e sogni di ragazzo. Io non sapevo neanche di cosa parlasse, ma per calmarlo facevo quella funzione di ascoltare i suoi discorsi e applaudirlo, in quanto ero il fratello minore.
Alla ricerca della vita
A vederla luccicare tra le colline sulla stradina di campagna, la giardinetta rossa piena zeppa di bambini - bambine, nella fattispecie - sembrava venir fuori da una di quelle scene di famiglie felici che, appena possono, i pubblicitari infilano nei loro filmati.
Invece era il giardino di quelle case famiglia che non avevano nulla di felice: durante la seconda guerra mondiale erano state costruite per ospitare tutti quei bambini che non avevano più famiglia.
Il suo angelo
Presto sarebbe volato via pure quello stupido febbraio e il vecchio Alex si sentiva profondamente infelice ma in modo distaccato come se la sua vita appartenesse - sensazione fin troppo tipica e cruda ne convengo - a qualcun altro...
Ribelle senza amore.
"Children, don't play with children you don't know": ogni mattina le stesse parole, in tono più lamentoso che autorevole, e che la vastità della spiaggia inghiottiva e disperdeva senza eco. I due ragazzi, un maschio e una femmina, erano avvezzi a riceverla come un segno di stanco commiato che significava, in sostanza, "fate il comodo vostro e non seccate".
La ragione di vita
Scritto da Alessia Rossi
Presto sarebbe volato via pure quello stupido febbraio e il vecchio Alex si sentiva profondamente infelice ma in modo distaccato come se la sua vita appartenesse- sensazione fin troppo tipica e cruda ne convengo- a qualcun altro. Precisamente a sua moglie. Un giorno era scomparsa misteriosamente da casa sua; il marito, credendo che fosse andata in paese a fare un po' di spesa, non si preoccupò più di tanto. Si mise in bocca il suo sigaro e continuò a dondolarsi sulla sedia a dondolo sulla veranda.
Lui ci passava interi pomeriggi senza annoiarsi mai, mentre sua moglie era di fianco a lui a fare le parole crociate. Ma quel giorno era solo. Lui non era ben visto in paese, tutti dicevano che non faceva niente dalla mattina alla sera e che faceva lavorare solamente sua moglie, ma questo non era per niente vero.
Tutte le mattine il signor Alex si svegliava all'alba per mungere le mucche, raccogliere le uova, prendere la frutta nell'orto e venderla ai suoi vicini. La moglie si preoccupava solo di far da mangiare e fare le faccende domestiche. Per l'eta avanzata, il pomeriggio si godevano la tranquillità delle montagne, il cinguettio degli uccelli e lo scrosciare della cascata vicino a loro.
Arrivata sera, l'uomo cominciò a preoccuparsi dell'assenza della moglie, prese le chiavi di casa e uscì dalla porta. Fuori era tutto buio, si vedevano solo le luci del paese a valle. Ritornò in casa e prese la sua torcia e cominciò a cercare intorno alla casa, invano. Cercò per quasi un'ora, ma non c'era nessuna traccia della donna. Ad un certo punto, vide nel boschetto poco distante da lui del fuoco. Corse immediatamente in quella direzione e vide che il fuoco si stava mano a mano spegnendo; si tolse la giacca e cercò di spegnere anche l'ultima fiammella. Sollevando la giacca da alcuni rami inceneriti vide un cadavere. Fece un passo indietro. Non si riusciva a capire se era una donna o un uomo, ma Alex notò che la mano destra era chiusa e da essa fuoriusciva una catenella d'oro. Aprì la mano e vide la collana che aveva regalato a sua moglie, il giorno del suo matrimonio. Una fitta al cuore lo fece cadere a terra. Non poteva essere lei. Non sua moglie. Ma chi poteva avere la sua collana, se non lei? La portava sempre al collo da quel giorno e non la tolse mai, nemmeno quando dormiva. Prese un po' di terra e cominciò a sotterrare la moglie. Quando ebbe finito, si mise a piangere come mai aveva fatto in tutta la sua vita. Aveva perso la cosa più importante della sua vita. La ragione della sua vita. Ma doveva andare avanti, per lei. Si rialzò e ritornò a casa con la consapevolezza che domani sarebbe stato un giorno molto pesante.
L'ingegner Andrea
Il mio disgraziato fratello ha sempre avuto molte pretese nella vita e da piccolo non mi lasciava mai in pace a volermi raccontare tutte le sue storie e sogni di ragazzo. Io non sapevo neanche di cosa parlasse, ma per calmarlo facevo quella funzione di ascoltare i suoi discorsi e applaudirlo, in quanto ero il fratello minore.
Si chiama Andrea. In quel periodo io avevo 7 anni e lui 20. Data la differenza di età avevamo interessi completamente diversi e a volte pretendeva di fare le veci dei miei genitori anche se poi mi dimostrava, in certe situazioni, di essere molto affettuoso.
Mi raccontava che da grande, finita l'università, voleva diventare un famoso ingegnere meccanico, che voleva lavorare a Londra e che gli sarebbe piaciuto viaggiare per il mondo.
Sapete, ha sempre avuto passione per i motori.
Da piccolino, in un grosso mobile, possedeva un cassetto nel quale teneva parecchie delle sue macchinine da corsa. Diceva che era il suo parcheggio e a volte era capace di impiegare i lunghi pomeriggi d'inverno con queste macchinine.
All'età di 4 anni sapeva riconoscere il marchio di tutte, e dico tutte, le automobili che passavano per la strada. Un vero fenomeno!
Finite le medie, si iscrisse al liceo scientifico del nostro paese. Amava matematica, fisica e tutto quello che riguardava i numeri.
Un giorno nostro papà, mentre stavamo guardando una gara, spiegò ad Andrea come funzionavano quei potenti motori. Rimase affascinato e la sua passione per questa materia crebbe ancora di più.
Dopo 5 lunghi anni di superiori, eccolo finalmente all'università. Superò a buoni voti i difficilissimi esami che gli si presentarono ogni anno, eccetto 1: quello del disegno tecnico. Non era proprio portato ma, dopo un po' di tempo, riuscì discretamente a passarlo.
Completata anche l'università arriva il giorno della tesi di laurea. Era particolarmente emozionato, ma la sua famiglia era lì ad ascoltarlo, a fargli forza, soprattutto le persone che lo avevano aiutato più di tutti a mantenere gli studi, i nostri genitori. E c'ero anche io. Beh, in 7 minuti di discorso non sono riuscita a capire la metà di niente, ma vedevo mio fratello sicuro di quello che diceva e questo mi rasserenava.
E adesso, dopo 3 anni da quel giorno, mio fratello ha un lavoro, un lavoro che ha sempre voluto fare, che lo soddisfa, che gli fa girare il mondo andando in India, in Slovacchia,in Germania e posso solo dire che sono veramente orgogliosa di lui.
Si chiama Andrea. In quel periodo io avevo 7 anni e lui 20. Data la differenza di età avevamo interessi completamente diversi e a volte pretendeva di fare le veci dei miei genitori anche se poi mi dimostrava, in certe situazioni, di essere molto affettuoso.
Mi raccontava che da grande, finita l'università, voleva diventare un famoso ingegnere meccanico, che voleva lavorare a Londra e che gli sarebbe piaciuto viaggiare per il mondo.
Sapete, ha sempre avuto passione per i motori.
Da piccolino, in un grosso mobile, possedeva un cassetto nel quale teneva parecchie delle sue macchinine da corsa. Diceva che era il suo parcheggio e a volte era capace di impiegare i lunghi pomeriggi d'inverno con queste macchinine.
All'età di 4 anni sapeva riconoscere il marchio di tutte, e dico tutte, le automobili che passavano per la strada. Un vero fenomeno!
Finite le medie, si iscrisse al liceo scientifico del nostro paese. Amava matematica, fisica e tutto quello che riguardava i numeri.
Un giorno nostro papà, mentre stavamo guardando una gara, spiegò ad Andrea come funzionavano quei potenti motori. Rimase affascinato e la sua passione per questa materia crebbe ancora di più.
Dopo 5 lunghi anni di superiori, eccolo finalmente all'università. Superò a buoni voti i difficilissimi esami che gli si presentarono ogni anno, eccetto 1: quello del disegno tecnico. Non era proprio portato ma, dopo un po' di tempo, riuscì discretamente a passarlo.
Completata anche l'università arriva il giorno della tesi di laurea. Era particolarmente emozionato, ma la sua famiglia era lì ad ascoltarlo, a fargli forza, soprattutto le persone che lo avevano aiutato più di tutti a mantenere gli studi, i nostri genitori. E c'ero anche io. Beh, in 7 minuti di discorso non sono riuscita a capire la metà di niente, ma vedevo mio fratello sicuro di quello che diceva e questo mi rasserenava.
E adesso, dopo 3 anni da quel giorno, mio fratello ha un lavoro, un lavoro che ha sempre voluto fare, che lo soddisfa, che gli fa girare il mondo andando in India, in Slovacchia,in Germania e posso solo dire che sono veramente orgogliosa di lui.
VACANZE
Children, don't play with children you don't know": ogni mattina le stesse parole, in tono più lamentoso che autorevole, e che la vastità della spiaggia inghiottiva e disperdeva senza eco. I due ragazzi, un maschio e una femmina,
La statua dorata
In alcune province si trovano case la cui vista ispira una malinconia simile a quella dei chiostri più tetri, delle lande più desolate, delle rovine più tristi; in queste case vi sono forse qualche volta e il silenzio del chiostro, e l'aridità delle lande, e le rovine misteriose del tempio greco. Anche se, a mio parere, non erano rovine.
lunedì 19 agosto 2013
Un tempo incompreso
La
notte del trenta agosto 2039 un'ondata di caldo eccezionale soffocava gli Stati
Uniti.
California.
"Children, don't play with children you don't know": ogni mattina le stesse parole, in tono più lamentoso che autorevole, e che la vastità della spiaggia inghiottiva e disperdeva senza eco.
L'amore.
Presto sarebbe volato via pure quello stupido febbraio e il vecchio Alex si sentiva profondamente infelice ma in modo distaccato come se la sua vita appartenesse - sensazione fin troppo tipica e cruda ne convengo - a qualcun altro.
Il nuovo custode.
In mezzo a un fitto bosco, un castello dava rifugio a quanti la notte aveva sorpreso in viaggio: cavalieri e dame, cortei reali e semplici viandanti.
Pioggia notturna.
Quando lo vidi per la prima volta, Terry Lennox era ubriaco in una Rolls Royce fuori serie, di fronte alla terrazza del "Dancers".
Sei sicuro di voler usare quella bomboletta spray?
La notte del trenta agosto 2039 un'ondata di caldo eccezionale soffocava gli Stati Uniti.
Lo zoo.
Il mio disgraziato fratello ha sempre avuto tante pretese nella vita, e da piccolo non mi lasciava mai in pace a volermi raccontare tutte le sue storie e sogni di ragazzo.
"Yes, mum!"
"Children,
don't play with children you don't know":
ogni mattina le stesse parole, in tono più lamentoso che autorevole,
e che la vastità della spiaggia inghiottiva e disperdeva senza eco.
I due ragazzi, un maschio e una femmina, erano avvezzi a riceverla
come un segno di stanco commiato che significava, in sostanza, "fate
il comodo vostro e non seccate".
domenica 18 agosto 2013
lui
Il mio disgraziato fratello ha sempre avuto tante pretese nella vita, e da piccolo non mi lasciava mai in pace a volermi raccontare tutte le sue storie e sogni da ragazzo. Io non sapevo neanche di cosa parlasse, ma per calmarlo facevo quella funzione di ascoltare i suoi discorsi e applaudirlo, in quanto ero il fratello minore. Rammento della volta in cui mi raccontò che un'estate, con i suoi amici, era andato a catturare le rane,
L'apparenza inganna
Quando
lo vidi per la prima volta, Terry Lennox era ubriaco in una Rolls Royce fuori
serie, di fronte alla terrazza del "Dancers”.
mercoledì 14 agosto 2013
THEY DON'T KNOW....
Children, don't play with children you don't know": ogni mattina le stesse parole, in tono più lamentoso che autorevole, e che la vastità della spiaggia inghiottiva e disperdeva senza eco. I due ragazzi, un maschio e una femmina, erano avvezzi a riceverla come un segno di stanco commiato che significava, in sostanza, "fate il comodo vostro e non seccate"…
martedì 13 agosto 2013
Chi è il più disgraziato adesso?
Il
mio disgraziato fratello ha sempre avuto tante pretese nella vita, e da piccolo
non mi lasciava mai in pace a volermi raccontare tutte le sue storie e sogni di
ragazzo. Io non sapevo neanche di cosa parlasse, ma per calmarlo facevo quella
funzione di ascoltare i suoi discorsi e applaudirlo, in quanto ero il fratello
minore.
lunedì 12 agosto 2013
La convalescenza
In mezzo ad un fitto bosco, un castello dava rifugio a
quanti la notte aveva sorpreso in viaggio: cavalieri e dame, cortei reali e
semplici viandanti. Passai per un ponte levatoio sconnesso;
giovedì 8 agosto 2013
Quel pirla di Terry Lennox
Quando lo vidi per la prima volta, Terry Lennox era ubriaco in una Rolls Royce fuori serie, di fronte alla terrazza del "Dancers"
Il castello errante di sir Bleu Céruléen
In mezzo a un fitto bosco,un castello dava rifugio a quanti la notte aveva sorpreso in viaggio: cavalieri e dame, cortei reali e semplici viandanti. Passai per un ponte levatoio sconnesso.
I PROBLEMI DI MIO FRATELLO
Il mio disgraziato fratello ha sempre avuto tante pretese nella vita, e da piccolo non mi lasciava mai in pace a volermi raccontare tutte le sue storie e sogni di ragazzo. Io non sapevo neanche di cosa parlasse, ma per calmarlo facevo quella funzione di ascoltare i suoi discorsi e applaudirlo, in quanto ero il fratello minore…
martedì 6 agosto 2013
La giardinetta
A vederla luccicare tra le colline sulla stradina di campagna, la giardinetta rossa piena zeppa di bambini- bambine, nella fattispecie- sembrava venir fuori da una di quelle scene di famiglie felici che, appena possono, i pubblicitari infilano nei loro filmati
la lettera
- Il mio disgraziato fratello ha sempre avuto tante pretese nella vita, e da piccolo non mi lasciava mai in pace a volermi raccontare tutte le sue storie e sogni di ragazzo.
lunedì 5 agosto 2013
Ciao ciao Romani
In mezzo a un fitto bosco, un castello dava rifugio a quanti la notte aveva sorpreso in viaggio: cavalieri e dame, cortei reali e semplici viandanti. Passai per un ponte levatoio sconnesso,
domenica 4 agosto 2013
il giovane uomo
- In mezzo a un fitto bosco, un castello dava rifugio a quanti la notte aveva sorpreso in viaggio: cavalieri e dame, cortei reali e semplici viandanti.
sabato 3 agosto 2013
Rosa.
Presto sarebbe volato via pure quello stupido febbraio e il vecchio Alex si sentiva profondamente infelice ma in modo distaccato come se la sua vita appartenesse - sensazione fin troppo tipica e cruda ne convengo - a qualcun altro. La sua era una vita di nostalgia, sofferenza e rimpianti.
Il vecchio Mario
Mi sento sempre attratto dai posti dove sono vissuto, le case e i loro dintorni. Un giorno stavo passeggiando nel piccolo paese in cui sono cresciuto. C'erano molte case che avevo ancora impresse nei ricordi della mia mente. Ma fu una in particolare ad attirare la mia attenzione.
La famiglia della giardinetta
A vederla luccicare tra le colline sulla stradina di campagna, la giardinetta rossa piena zeppa di bambini - bambine, nella fattispecie - sembrava venir fuori da una di quelle scene di famiglie felici che, appena possono, i pubblicitari infilano nei loro filmati. Tutti, nel villaggio, non facevano altro che ripetere quanto fosse bella "la famiglia della giardinetta rossa". La mia famiglia, invece, era molto diversa, forse troppo.
giovedì 1 agosto 2013
OSCURO FEBBRAIO
Presto sarebbe volato via pure quello stupido febbraio e il vecchio Alex si sentiva profondamente infelice ma in modo distaccato come se la sua vita appartenesse - sensazione fin troppo tipica e cruda ne convengo - a qualcun altro…
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