Avevo ventiquattro ore a disponibilità, poteva essere tutto, poteva essere niente.
Grattacieli che sfidavano le nuvole,
luci riflesse dai vetri delle finestre degli edifici,
troppo.
Piuttosto grande, la vita. (riflessione)
''Cos'è un giorno per le strade di New York?'' mi chiedevo ancora.
Poi vidi la fontana,
cos'è, in fondo? Acqua spruzzata verso l'alto. Eppure, essendo così banale, suscitava una strana felicità in quei bambini. Ragazzini che giocavano e ridevano, alcuni piangevano, ma la maggior parte di loro rideva.
(sospirai, sorrisi)
La gioventù.
(sospirai)
Quindi notai un gatto, abbastanza piccolo, grigio.
Riposava accanto ad un grattacielo, all'ombra.
Per un momento mi ricordò la mia stanchezza.
(sbadiglio, riflessione)
Dopodiché un arcobaleno seguito da un tramonto di trasparenti nuvole rosa.
La luminosità diminuiva. Gente di ogni età tornava a casa.
Quando qualcuno si avvicinò al mio corpo (ero ormai steso sul marciapiede) e mi bisbigliò dolcemente qualche parola nell'orecchio,
era il momento in cui volevo più luce e calore, più movimento, più caos, più pericoli;
semplicemente, volevo vivere.
Peccato. (sì.)
''Tempo scaduto. Comincia a respirare faticosamente, vero?''
(sorrisi)
mi è proprio piaciuto!
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