Ammetto di non essere molto informata
sulla guerra siriana, per questo ho girovagato parecchio tra siti
internet, blog e giornali on-line cercando di ampliare le mie
conoscenze e di farmi un'opinione in proposito.
Leggendo tutta quella massa di notizie
ho capito che la guerra in Siria e' solo la punta dell'iceberg, la
prevedibile conseguenza della cosidetta "primavera araba" e
di tutte le rivoluzioni avvenute nei paesi del Nord Africa e del
Medio Oriente, ma non ho colto quali siano i progetti davvero
concreti che le altre nazioni hanno messo in atto per risolvere
questo contrasto, che ha gia' creato un altissimo numero di morti.
In tutti i vari articoli, che mi sono
ritrovata davanti, ho letto quali potessero essere le cause di questa
guerra: si citava la questione del gas e del petrolio, la mancanza di
diritti democratici dei cittadini, la volontà del governo di
trasformare la Siria in uno stato radicalista islamico e le svariate
motivazioni razziali e religiose.
Tutto questo parlare di cause e motivi
scatenanti mi dà come l'idea che la preoccupazione principale sia
quello che si dovrà scrivere sui libri di storia che si studieranno
tra cinquant'anni; e non come si possa aiutare concretamente le
persone coinvolte nella guerra.
Il fatto che la guerra non sia,
fortunatamente, la nostra realtà di vita quotidiana spinge noi
abitanti dei paesi più avanzati a pensare alla guerra in Siria, come
qualunque altro conflitto che non ci tocca da vicino, in maniera
distaccata... anzi tante volte nemmeno ci pensiamo.
Alcune potenze mondiali, come l'America
e la Cina, si sono schierate con decisione a favore dell'una o
dell'altra fazione, supportandole con rifornimenti di armi, di viveri
e con denaro.
Per un momento abbiamo tutti pensato
che il presidente Obama, in un attimo di follia, volesse bombardare
il territorio siriano dando il via ad uno scontro con le armi
chimiche.
Anche in questo caso abbiamo compiuto
un ragionamento prettamente egoistico: i giornalisti hanno cominciato
immediatamente a scrivere che la potenza di queste armi avrebbe
danneggiato gravemente gli stati vicini e addirittura l'Europa
meridionale; ma ben pochi hanno parlato di tutte quelle persone che
sarebbero rimaste uccise senza la possibilità di fare alcunchè per
salvarsi... ci siamo preoccupati solo per noi stessi.
Questo dimostra che noi, i cosidetti
"paesi civilizzati", non siamo poi così civilizzati come
ci piace credere: quando pensiamo ad una persona civile pensiamo ad
una persona tranquilla, che non alza i toni con nessuno, che ha
rispetto di tutti, ma anche ad una persona disponibile ad aiutare chi
è in difficoltà.
Un paese civilizzato non dovrebbe
essere un paese solo in grado di produrre in serie smartphone e
computer, ma dovrebbe essere una nazione basata su solidi pilastri
interni e in grado di offrire aiuti concreti ai paesi in guerra, con
carenza di cibo o vittime di catastrofi naturali.
Se così fosse, magari non finirebbe la
guerra in Siria, ma potrebbe essere un buon inizio per raggiungere
una stabilità tra i vari paesi.
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