Roxy Bar

Mi chiamo Giuseppe. Sono un operaio ormai andato in pensione.

 Vivo insieme al mio cane Lucky. Da giovane, ho praticato boxe e sono stato campione regionale della Lombardia. Mia moglie Rosa è morta circa un anno fa. Mio figlio lavora all'estero come dirigente di banca. Ha frequentato il liceo linguistico, ma come facoltà universitaria ha scelto di fare economia e commercio. Durante il giorno mi prendo cura del mio orto e porto a spasso il mio cane. Andiamo per le campagne della Pianura Padana dove c'é abbastanza spazio per farlo scorazzare . Verso il tardo pomeriggio torno a casa. Preparo la cena e Lucky mi fissa intensamente  sentendo il profumo del cibo. Quella sera, dopo la cena andai al bar del paese, sempre stracolmo di gente. La barista ha uno sguardo incantevole e giovane. Capelli biondi, occhi azzurri e voce intensa

.

Ad un certo punto mi disse:" Cosa desidera, signore?"

"Whisky, grazie."

Mentre versava nel bicchiere, arrivò al bancone un altro signore, già ubriaco, che urlò

alla barista:" Ti muovi a darmi quel benedetto whisky!?!?!"

Io risposi all'uomo:" Come si permette di parlare in quel modo ad una così bella ragazza?"

"Non me ne frega niente!"

"Scusi... Non ho capito!"

" NON ME NE FREGA NIENTE! Devo ripeterlo un'altra volta?"
Il signore mi mise il dito in faccia e cominciò a caricare il braccio per tirarmi un pugno.

Lo bloccai istintivamente ed esclamai:"Non costringermi a chiamare la polizia !"

Il tizio mi provocò dicendomi che ero un vigliacco e che non sarei riuscito a cavarmela da solo senza l'aiuto della polizia.

Questo fece scatenare l'ira che c'era in me... Gli tirai un pugno in faccia e lo stesi. La ragazza mi diede un grosso bacio sulla guancia e mi ringraziò e disse che non sapeva come ricambiare. Il proprietario del bar mi offrì  da bere tutta la sera.

In quel momento pensai che aver fatto boxe fosse servito a qualcosa. Da quella sera, frequento il bar, così conosco nuove persone e mi sento meno solo.