Un numero immenso di vittime, donne, anziani, uomini e
bambini. I soldati combattono per ciò che ritengono più giusto, alcuni
combattono partendo con la consapevolezza che andranno in contro alla morte.
Vengono chiamati martiri pronti a morire. Questi uomini però, prima di
andarsene, hanno diritto ancora a due cose: hascisc e donne. Così si combatte
un’altra guerra, più silenziosa, dove ragazze per lo più minorenni praticano la
jihad al-nikah, un permesso per avere rapporti con più uomini, naturalmente
all’interno del matrimonio, anzi una serie di matrimoni temporanei, ‘celebrati’
per poter soddisfare i bisogni carnali di uomini che non vogliono infrangere la
sharia che tanto bramano ad instaurare dappertutto. Ma di questo non si parla
sui giornali, fatta eccezione per Panorama che ne parla attraverso un commento
di Ottavio Capellani, non viene trasmesso ai telegiornali, in pochi sono a
conoscenza di queste stanze buie con dei materassi putridi dove ragazze vendute
dai genitori, subiscono le peggiori torture e stupri continuati. ‘Il mio Dio
vuole questo da me’ è questo quello che dicono. Fate l’amore per l’ Islam,
ragazze, è per questo che siete nate, per dare piacere agli uomini, così
avranno detto quei genitori tunisini che hanno deciso di far arruolare le loro
figlie per la guerra santa dei ribelli che cercano di eliminare il dittatore
della Siria.
E che dire dei ragazzi con passaporti inglesi, francesi o
olandesi, giovani tunisini, egiziani o marocchini di seconda o terza
generazione, che decidono di lasciare le loro comode vite per rischiare la
pelle sui campi di battaglia siriani per fede? Forse lì si sentono finalmente
rispettati, uomini che valgono, veri musulmani, cosa che nei paesi dove sono
nati e cresciuti non sembrava possibile?
Ragazze e ragazzi della mia età o poco più grandi, che
potevano essere miei amici, che erano come me prima di cambiare vita. Cosa
abbiamo in comune? Cosa ci divide?
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