Mi chiamo Flaubert, ho vent'anni e lavoro come cameriere in uno dei ristoranti più importanti di Parigi. Sono stato assunto da poco: mio padre conosce il proprietario, quindi ammetto che non è stato difficile ottenere un posto. È un lavoro piacevole, ma allo stesso tempo molto stressante: un cameriere deve servire, prendere ordinazioni, apparecchiare, spreparare; il tutto sempre con il sorriso sul volto. Mi occupo di ogni cliente in modo educato e sono sempre disponibile per ogni cosa. Ma ultimamente le mie giornate sono cambiate.
È successo due mesi fa, o forse tre, non ricordo. Era sera, una sera senza stelle, con un cielo nuvoloso, ma senza un filo di vento. Dal momento dell'apertura c'erano già stati molti clienti ed erano state fatte molte ordinazioni. Mi incaricarono di portare da bere al tavolo numero quattro. Presi una bottiglia di vino e mi incamminai con passo svelto. È difficile per me spiegare quello che videro i miei occhi. Capelli neri come l'ebano, labbra rosse come il sangue e occhi brillanti come diamanti. Era l'Amore seduto al tavolo numero quattro. Ecco cos'era. Pensai spesso a lei durante il resto della serata. Alla fine, quando se ne fu andata, andai a sparecchiare al suo tavolo. A destra, accanto al piatto, aveva lasciato un fazzoletto di seta. Lo misi in tasca, cercando di non farmi vedere da nessuno.
Due giorni dopo la ragazza si presentò di nuovo. Stavolta aveva raccolto i suoi splendidi capelli in un elegante chignon e portava un vestito nero che arrivava poco sopra il ginocchio. Le luci del ristorante le mettevano maggiormente in evidenza il volto. Non sapevo come dirle che possedevo il suo fazzoletto. Poi ebbi un'idea.
Non avrei mai dovuto vestirmi così: io odio i vestiti. E poi questo chignon probabilmente accentua maggiormente il mio viso paffutello. Un giovane cameriere, che mi aveva servito anche il giorno prima, mi fece accomodare al tavolo. Era molto garbato nei movimenti e si preoccupò persino di spostarmi la sedia. Era proprio un galantuomo, e lo apprezzavo. Mi portò il menù e se ne andò. Immaginatevi la sorpresa quando, aprendolo, vi trovai dentro il fazzoletto di seta che temevo di aver perso. Si trovava nella sezione dei "caffè". La parola era stata cerchiata e accanto avevano scritto "Domani sera, al Baius Cafè. Mi conceda questo onore."
La giovane se ne andò piuttosto in fretta. Probabilmente non si era nemmeno accorta del fazzoletto. Quando andai a sparecchiare controllai ugualmente all'interno del menù. Ed eccolo lì, infatti, il fazzoletto di seta. Un momento, cos'è quello? Su uno degli angoli la giovane aveva impresso un grosso bacio, lasciando così l'impronta delle sue labbra rosse.
Ero l'uomo più felice del mondo.
:-)
RispondiElimina''capelli neri come l'ebano"! ammetti che stavi pensando a me! :)
RispondiEliminami piace molto anche come hai descritto la scena, bravissima, un ''fantastico'' te lo meriti tutto!
Ahahahah sì, stavo pensando a teee <3 grazie Mathi :-)
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