martedì 15 ottobre 2013

Guglielmo, tra Nuova York e il tempo

Guglielmo, al tramonto, se ne stava là, seduto per terra all'ombra di un grattacielo, da solo, con un gatto che si scaldavain fianco a me, vestito con un paio di jeans e una T-shirt anche se era inverno e  per le strade di Nuova York nevicava.
La strada, lunga, affollata di gente di ogni età, di bambini che tiravano le mamme per un braccio per poter andare a giocare nelle pozzanghere, come se fossero delle fontane dall'acqua un po' sporca.
Nuova York. Gli occhi rivolti al cielo, un cielo grigio, un cielo freddo che non trasmette emozione. Nessuno si accorgeva di Guglielmo, tutti lo evitavano, tutti erano presi dalla fretta. Non c'era a sufficiente tempo in quella città, non c'era a sufficienza tempo in Nuova York. Guglielmo lo stava capendo solo ora, per questo di era fermato, immobile, a riflettere, a pensare che forse, qualche volta, anche a Nuova York, bisognerebbe fermarsi un attimo a riflettere, a capire il momento giusto per ogni cosa.
Guglielmo lo capiva solo ora, anche se in fondo, era troppo tardi..."Scusami William, mi spiace ma per te é la fine."

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