Una mattina, finalmente riuscii a scorgere l’origine del suo tumultuoso cammino. Era lì, fuori dalla sua casa, mentre una donna abbastanza matura, forse sua madre, le porgeva un cestino, riempiendola inoltre, di affettuose raccomandazioni.
-“Stai attenta, non fermarti mai a parlare con gli sconosciuti, ricorda, dritta dalla nonna…”
-“Certo mamma, farò in un attimo, vedrai”, concluse la bambina, salutando la madre con un tenero bacio sulla guancia e mettendosi in marcia.
Mi convinsi che, seguirla per l’ennesima volta, sarebbe stato il modo migliore sia per nutrirsi, sia per riuscire a comprendere la ragione di tanti viaggi. Camminava saltellando lungo il sentiero, fermandosi ogni tanto ad osservare le coloratissime farfalle volteggiare nel cielo estivo.
Mi avvicinai cautamente cercando di non spaventarla, dopotutto avrei dovuto conquistare prima la sua fiducia…
Uscii lentamente dal cespuglio appropinquandomi a lei. Le chiesi dove andasse, mi rispose che si stava dirigendo dalla nonna, per portarle un po’ di dolci fatti da sua madre, e infine, prima di congedarsi mi supplicò di non dire a nessuno che “la piccola cappuccetto rosso aveva parlato con uno sconosciuto” o sua madre l’avrebbe punita severamente.
Prima di lasciarla andare le consigliai il sentiero più lungo e tortuoso del bosco, dicendole che in realtà avrebbe raggiunto sua nonna molto più velocemente. Dopo essermi beffato della sua ingenuità, mi misi in cammino per raggiungere l’anziana donna prima di lei. Non che mi interessasse cibarmi della signora, il mio unico scopo era cappuccetto rosso.
Arrivai alla magione, e come previsto, Cappuccetto non c’era ancora. Cercai di intrufolarmi in casa ma non riuscii, era tutto chiuso e stranamente…silenzioso.
Trovò un cartello appeso sulla porta di servizio, riferito proprio alla sua preda.
“Cara Cappuccetto Rosso, come puoi ben vedere, la casetta di nonna è vuota. Quel simpaticone del cacciatore mi ha invitato a ballare per qualche ora, spero non ti dispiaccia. Ho lasciato la chiave della porta sotto un cumulo di sassi. Aspettami in casa..
Baci, Nonna”
Cercai le chiavi sotto ogni cumulo di sassi, ma nulla. Ad un certo punto, la vidi arrivare.
La nonna di Cappuccetto. Entrò in casa, stupita che la nipotina non fosse ancora arrivata. Come avrei fatto a cibarmi della piccola senza farmi notare dalla nonna?
Ogni piano che progettavo mi pareva più stupido di quello precedente. Considerai addirittura l’idea di inghiottire la nonna, utilizzare i suoi vestiti, farmi passare per lei, tutto per arrivare alla bambina…ma era una cosa irrealizzabile.
In quel momento, arrivò anche Cappuccetto che, in preda all’euforia, corse verso la porta non riuscendo ad aprirla. Sua nonna aveva chiuso a chiave. Rimase li, impalata davanti alla porta, continuando a bussare.
Vidi dalla finestra che sua nonna si era addormentata, quindi non l’avrebbe mai sentita.
Era giunto il mio momento. Decisi che, mentre stazionava davanti alla porta, l’avrei ingoiata tutta in un uno istante. Proprio mentre mi posizionai dietro di lei pronto ad agire, sentii un botto, un urlo e poi buio…
Le ultime parole che ricordo aver udito sono.. “Parli del diavolo…”
Mi risvegliai posseduto da un certo torpore. Che sia stato tutto un sogno? Di certo si trattava di un incubo bello e buono, non c’è che dire..
Mi sentivo appesantito ed estremamente assetato.. Mi avvicinai al fiume per poter bere, quando vi caddi irrimediabilmente dentro, senza più venirne fuori...
Fine.
ben scritto
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