Leggendo queste parole mi vengono in mente varie esperienze che ho fatto delle quali mi sono rimasti ricordi, emozioni e amici.
La più significativa ed emozionante è quella che ho vissuto l'inverno scorso quando sono andata per un giorno all'asilo nido della comunità di ragazze madri a Marzalengo.
Questa struttura ospita, appunto, ragazze madri con vissuti spiacevoli quali la droga, l'alcool, la strada e la prostituzione. Il centro le accoglie insieme ai loro figli e si occupa di riformarle attraverso incontri individuali e collettivi con specialisti e psicologi ma anche con attività quali la lavorazione del cuoio. Questo percorso dura tre anni.
Le suore che gestiscono la comunità si preoccupano anche di trovare un lavoro e una casa in modo da permettere loro di vivere una nuova vita serena e tranquilla.
Quella mattina sono partita presto in modo da essere là verso le 8:30, quando le ragazze accompagnano i bambini all'asilo.
Durante la mattinata i bimbi hanno giocato, disegnato, guardato i cartoni, consumato il pranzo e dopo questo hanno fatto il "sonnellino". Quando si sono svegliati io e Claudia, l'animatrice che li segue tutti i giorni, abbiamo aperto un rotolo di carta sul quale i bambini potevano disegnare quello che volevano. Mi sono poi avvicinata a una bambina di nome Nicole e le ho chiesto cosa disegnava; lei ha risposto che disegnava suo papà. La mamma di Nicole è stata abbandonata dal compagno e la bimba non ha mai visto il padre quindi può solo immaginarlo.
Questa espressione mi ha fatto riflettere su quanto io sia fortunata ad appartenere a una famiglia e ad avere persone su cui contare nei momenti del bisogno e nelle difficoltà. Nicole nel suo piccolo cerca e ha bisogno di un punto di riferimento paterno, di una vera famiglia che purtroppo non ha. Ora lei e la mamma, che ha concluso il percorso alla comunità, vivono da sole in un appartamento, stanno bene e speriamo siano finalmente serene.
Ciò che mi è rimasto di questa esperienza è una maggior consapevolezza di quanto siano importanti gli affetti famigliari di cui ci rendiamo conto solo quando rischiamo di perderli.
è sicuramente un'esperienza formativa: hai fatto bene a riflettere
RispondiEliminaMi é piaciuto molto! :-) Brava Ilaria!
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