lunedì 20 ottobre 2014

un sogno verso l'eterno


Era di primo mattino, e il sole appena sorto luccicava sulle scaglie del mare appena increspato.
Alice, come tutte le mattine, si era alzata all'alba.
Adorava poter ammirare la spiaggia nel silenzio totale, senza nessuno che la distraesse dalla tranquillità che le donava. Quel giovedì mattina di metà luglio sembrava essere perfetto, la sera prima una leggera pioggerella aveva fatto sì che le poche e frastagliate nubi fossero spazzate via.
Ogni tanto si vedevano uomini con un retino, intenti a raccogliere le conchiglie. Se le fosse stato permesso sarebbe andata anche lei con loro, ma purtroppo era obbligata a stare chiusa in quella grande casa con la sua famiglia. Quel giorno però qualcosa nell'aria era diverso, i gabbiani non volavano in cerca di cibo come era loro solito fare, un rumore, simile al lamento di un bambino attirò la sua attenzione. Decise che per la prima volta avrebbe trasgredito alla regola.
A piccoli passi scese le scale e delicatamente chiuse la porta di casa dietro di se. Quel rumore intermittente, verso il quale decise di dirigersi, proveniva da sinistra e solo una cosa, oltre interminabili chilometri di costa, si trovava da quella parte: casa di zia Leight. Un centinaio di metri più avanti scorse una sagoma stesa a terra sulla sabbia, teneva in mano un lenzuolo bianco, macchiato di sangue ormai secco, tirato sul viso; se non avesse saputo riconoscerne i lineamenti non avrebbe mai detto che fosse lei. Con cautela si avvicinò e con logorante curiosità le tolse quel velo dal volto, i suoi occhi neri e vitrei erano puntati verso il cielo, non avevano più nulla che li legasse alla vita, eppure le parve di notarne la pupilla dilatarsi. In quell'istante capì che avrebbe dovuto ascoltare i suoi genitori, la vita le passò davanti come un brevissimo film che terminava con il suo esile corpo privo di vita immerso tra le onde del mare. Una scarica di adrenalina la pervase e fu quella a darle la carica per alzarsi e scappare, non pensando a che percorso dovesse prendere si introdusse in casa di zia Leight, si aspettava di vedere sangue su tutte le pareti, a ricoprire la stoffa delle tende, ma la normalità di quella casa la inquietò molto di più di quanto non si potesse aspettare, nulla era fuori posto. Si fermò a pensare a quanto accaduto e ciò le fu fatale, una mano le afferrò violentemente il polso e trascinandola la buttò in mare, lentamente e senza alcuna via di scampo affogò.
Si svegliò di soprassalto, era nel suo letto, la copia del suo libro preferito ancora tra le mani e la strana sensazione che, nonostante tutto, qualcuno la osservasse.

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