martedì 21 ottobre 2014

QUEL MARE CHE TI PORTI DENTRO DA SEMPRE.


Era di primo mattino, e il sole appena sorto luccicava sulle scaglie del mare appena increspato.
Irene, seduta a riva sulla sabbia, fissava la schiuma bianca del mare infrangersi sugli scogli. Stava seduta a gambe incrociate mentre si chiedeva con quale forza l’acqua potesse ripetere la stessa azione per infinite volte senza farsi del male. Laura, la sua migliore amica gira la testa verso Irene e sorridendo dice “Sai, fin da piccola mi sono chiesta come potesse esser così grande e freddo il mare, poi crescendo me lo sono trovata dentro, incollato al cuore con la schiuma delle onde che continuava a sbattere su un unico scoglio, il mio cuore e da lì ho capito molte cose. Crescendo capisci che quest’immensità davanti ai nostri occhi alle volte rispecchia ciò che hai dentro, capisci che le formine e i castelli di sabbia in riva al mare devi accantonarli prima o poi perché arriverà quella schiuma bianca a spazzare via le tue costruzioni. E’ un po’ come se il mare ora spazzasse via i momenti sbagliati.” Laura e Irene si guardano, dopodiche Laura riprende il discorso dicendo: “Il mare è come le persone, l’acqua raggiunge riva e in 3 secondi ti porta via il castello che a fatica avevi costruito, è come quando ti portano via quella persona che a fatica avevi vissuto al meglio.” Irene dice : “Sai, forse le costruzioni, io le ho ancora dentro, ho ancora quel castello di sabbia che alla fine è lui, Marco. Lui, è come se  il mare me l’avesse portato via senza darmi il tempo di prendere il primo volo e atterrare a Roma anche solo per incrociare il suo sguardo un’ ultima volta.” Irene abbassa la testa, un attimo dopo la ragazza si alza dal grande mucchio di sabbia che stava sotto di lei e puntando il dito verso il mare dice: “Finiscono le strade del cuore, figuriamoci il mare.”

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