lunedì 20 ottobre 2014

Il villaggio in riva al mare

Era di primo mattino, e il sole appena sorto luccicava sulle scaglie del mare appena increspato.
George Moreau, puntuale come un'orologio, raccolse il giornale che, al solito, stava sullo zerbino appena fuori casa, e fischiettando, si avviò verso la pasticceria della signora Lemaire, dove era solito fare colazione, specialmente la domenica. “Le migliori crêpes suzette di Provenza si trovano proprio qui, alla Pâtisserie Bretonne! E che ne dite della tarte tatin? Una vera delizia per il palato!”, andava ripetendo a tutte le persone che si fermavano davanti alla vetrina del negozio. George era il tipo di uomo che la gente ama definire “di classe” : non c'era giorno in cui le sue scarpe non fossero lucidate, i suoi baffi arricciolati o il colletto della camicia stirato, ma egli non era nobile solo d'aspetto. Infatti, in paese, era conosciuto da tutti per la sua bontà di cuore, la sua dolcezza e la sua mansuetudine, tanto che perfino i ragazzacci, che amavano fare scherzi a chiunque, ne avevano un tale rispetto da non torcergli nemmeno un capello. Quella mattina, peraltro, George era anche più allegro del solito: era giunto il momento per lui, dopo anni di duro lavoro, di andare in pensione, passando il testimone a sua figlia Gisèle, la quale non vedeva l'ora di prendere in mano le redini dell'attività. I Moreau erano fiorai da ben tre generazioni, e avevano un piccolo emporio proprio accanto alla Pâtisserie Bretonne, dove Gisèle aveva passato gran parte della sua infanzia. Dopo la morte della madre, la bimba era stata accolta nella pasticceria dei Lemaire a braccia aperte, e da allora quello divenne il suo posto preferito. Passava ore nel retrobottega a giocare con Cédric, il loro figlio, e nel tempo libero aiutava la signora Lemaire in cucina, sviluppando una vera passione per i dolci, che cresceva in lei insieme all'amore per i fiori che suo padre accudiva con dolcezza e dedizione. 
Finita la colazione, George si diresse verso il suo negozio, per dare a Gisèle le ultime indicazioni, ma ad attenderlo trovò una spiacevole sorpresa: L'entrata era sbarrata e un foglio attaccato alla finestra svolazzava per il vento. Sopra vi era scritto: “Cessata attività per mancati pagamenti, locale confiscato”. Il pover'uomo quasi svenne, e Gisèle dovette fare appello a tutte le proprie forze per non cadere in preda ad una crisi isterica. In dieci minuti, una folla si era radunata intorno al negozio, per dare una parola di conforto o semplicemente per vedere cosa fosse successo, ma all'improvviso una voce si levò al di sopra delle altre e la folla ammutolì: a parlare era stato Cédric. “Ascoltate!” disse “Monsieur Moreau è sempre stato gentile e disponibile con tutti, e ora tocca a noi dargli una mano. Organizzeremo una fiera, e ognuno di voi metterà a disposizione un po' del proprio tempo e del proprio talento. Sapete cantare e suonare? Organizzeremo un concerto! Siete dei bravi pittori? Fate qualche bel quadro da mettere in mostra! Siete abili sarti? Datevi da fare e rammendate ciò che c'è da rammendare! Quanto a me, io mi darò da fare in cucina e, se qualcuno vuole aiutare, lo prego di farlo. Dobbiamo raccogliere quanti più fondi possibili, quindi forza, mettiamoci al lavoro!”
Nel sentire queste parole, ogni singolo abitante del villaggio corse a casa e si mise subito all'opera, contagiato dall'entusiasmo di Cédric e delle altre persone. Gisèle e George andarono in pasticceria, e anche loro si misero al lavoro. Quel giorno prepararono più croissantes, madeleines e clafoutis di quanti ne avessero mai preparati in tutta la loro vita, e l'allegria tornò a farsi sentire nei loro cuori. Quella sera tutto il villaggio partecipò ad una grande festa, dove si mangiò, si ballò, si cantò e ci si divertì un mondo. Tutti gli artigiani misero in vendita i loro manufatti e, per la prima volta, la gente sembrò non badare a spese, pur di raccogliere il denaro necessario. A fine serata, si sedettero tutti intorno a un grande tavolo e insieme contarono i soldi: ce l'avevano fatta! In un solo giorno, erano riusciti a raccogliere tutto il denaro necessario a pagare il debito di monsieur Moreau, il quale potè finalmente cedere l'attività a sua figlia Gisèle. Il vecchio si sedette in riva al mare e passò la notte, e anche il giorno dopo e quello dopo ancora ad osservare, in silenzio, il procedere lento e scandito della vita, ringraziando il Cielo di avergli donato ciò che di più prezioso esiste al mondo: un po' di amore.





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