martedì 21 ottobre 2014

L'ultimo giorno

Era di primo mattino, e il sole appena sorto luccicava sulle scaglie del mare appena increspato.
Il caldo, nonostante fossero appena le otto del mattino, era veramente opprimente, secco. 

Ero seduta al tavolino di un bar e osservavo il volo dei gabbiani che volteggiavano intorno ai pescherecci appena rientrati in porto. Il cameriere mi portò il caffè e la brioche che avevo ordinato, riportandomi alla realtà. Iniziai a sorseggiarlo lentamente. Il caffè era fatto con i fondi, era veramente disgustoso. Nella brioche era presente della confettura alla ciliegia. Ne mangiai un pezzetto, che per poco non sputai: la marmellata era aspra e acida, la pasta interna era tutta umida.  
Scostai la tazza e il piattino, mi sembrava di vomitare.
Ma cosa mi era venuto in mente? Proprio in uno degli ultimi giorni che passavo lì, a casa mia, prima di andare all’estero per l’università, ero venuta a fare colazione nel peggiore bar del mio paese?
Lasciai tutto lì, con la tazza ancora mezza piena e la brioche quasi intatta.

Mi avviai verso il lungomare. Mi sedetti sulla sabbia fresca, pensando a ciò che avrei affrontato, a ciò che avrei lasciato…Non volevo, per un attimo fui quasi tentata di correre a casa e dire che avevo sbagliato, che era stato un tremendo errore e che volevo rimanere lì per sempre. Ma qualcosa mi fermò. Forse la consapevolezza che non dovevo lasciarmi cogliere dalla nostalgia e che dovevo cogliere quest'opportunità al volo.

Mi mancheranno i miei amici, la mia famiglia, il postino un po’ svogliato, la vicina che si lamentava costantemente, il mare. Da una parte ero spaventata, ma non vedevo l’ora di iniziare una nuova esperienza. Avrei conosciuto nuova gente e sarei diventata più indipendente. Inoltre sarei tornata per Natale e quando avrei voluto!

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