Era di primo
mattino, e il sole appena sorto luccicava sulle scaglie del mare appena
increspato.
Il caldo, nonostante fossero appena le otto del mattino, era veramente opprimente, secco.
Il caldo, nonostante fossero appena le otto del mattino, era veramente opprimente, secco.
Ero seduta
al tavolino di un bar e osservavo il volo dei gabbiani che volteggiavano
intorno ai pescherecci appena rientrati in porto. Il cameriere mi portò il
caffè e la brioche che avevo ordinato, riportandomi alla realtà. Iniziai a
sorseggiarlo lentamente. Il caffè era fatto con i fondi, era veramente
disgustoso. Nella brioche era presente della confettura alla ciliegia. Ne mangiai
un pezzetto, che per poco non sputai: la marmellata era aspra e acida, la pasta
interna era tutta umida.
Scostai la tazza e
il piattino, mi sembrava di vomitare.
Ma cosa mi era
venuto in mente? Proprio in uno degli ultimi giorni che passavo lì, a casa mia,
prima di andare all’estero per l’università, ero venuta a fare colazione nel
peggiore bar del mio paese?
Lasciai tutto lì,
con la tazza ancora mezza piena e la brioche quasi intatta.
Mi avviai verso il
lungomare. Mi sedetti sulla sabbia fresca, pensando a ciò che avrei affrontato, a ciò che avrei lasciato…Non volevo, per un attimo fui quasi tentata di correre a casa e dire che avevo sbagliato, che era stato un tremendo errore e che volevo rimanere lì per sempre. Ma qualcosa mi fermò. Forse la consapevolezza che non dovevo lasciarmi cogliere dalla nostalgia e che dovevo cogliere quest'opportunità al volo.
Mi mancheranno i miei amici, la mia
famiglia, il postino un po’ svogliato, la vicina che si lamentava
costantemente, il mare. Da una parte ero spaventata, ma non vedevo l’ora
di iniziare una nuova esperienza. Avrei conosciuto nuova gente e sarei
diventata più indipendente. Inoltre sarei tornata per Natale e quando avrei voluto!
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