lunedì 20 ottobre 2014

"L' isola che non c'è"



Era di primo mattino e il sole appena sorto luccicava sulle scaglie del mare appena increspato; mi svegliai e andai a fare la mia solita passeggiata in riva all'oceano.
La spiaggia era quasi deserta, c'eravamo io, i gabbiani, una distesa blu e il solito ragazzo moro con gli occhi azzurri che tutte le mattine correva in riva al mare; ma stranamente oggi lo trovai seduto sul pattino che guardava l'orizzonte, mi accorsi che dai suoi occhi scendevano delle lacrime, così presi coraggio e andai a chiedergli se aveva bisogno di aiuto.
Lui alzò lo sguardo stupito e nei suoi occhi vidi tristezza e meraviglia; decisi, così, di sedermi accanto a lui.
Gli chiesi il suo nome e se aveva bisogno di parlare un pò con qualcuno per sfogarsi, lui sempre più stupito mi disse: "Mi chiamo Alex. Tu chi sei?" io con la mia solita euforia risposi: "Alexis", cosa ti è successo? Ti vedo correre tutte le mattine, ma oggi...". Lui scoppiò a piangere. 
Iniziò a raccontarmi di quanto era triste e noiosa la sua vita essendo figlio di un agente segreto; era stanco di non poter aver amici, il padre doveva cambiare frequentemente città per il suo lavoro e lui non riusciva a coltivare un' amicizia duratura; di quanto fosse triste la sua adolescenza non avendo amici con cui confidarsi e si stupì del fatto che io ero li ad ascoltarlo e consolarlo, lui nella sua vita non ha mai avuto un miglior amico.
Parlammo per ore e mi riaccompagnò a casa e ci demmo appuntamento per il giorno seguente allo stesso pattino. Fu grazie a quel incontro che trovai un miglior amico con cui condividere tutto, diventammo inseparabili e dal quel giorno, anche se siamo lontani,  il nostro pattino divenne la "nostra isola che non c'è".   
  

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